Covid Napoli, morto il re del catering: "Tutto è precipitato in 2 ore"
Paolo Tortora, il re del catering di Napoli, stroncato dal Covid: parla la moglie Valentina
Paolo Tortora, considerato il re del catering a Napoli, è stato stroncato dal Covid a 61 anni, spegnendosi domenica mattina scorsa. A raccontare il calvario dell’imprenditore è stata la moglie Valentina, intervistata dal Corriere della Sera. La donna ha spiegato che il marito è stato intubato il 22 agosto e che aveva insistito con i medici, avendola vinta, per vedere la consorte un’ultima volta, nonostante il protocollo non lo prevedesse.
“Non accettava un no, ha insistito tanto chiedendo una strappo alle regole. E i medici, prima di trasferirlo in rianimazione, hanno acconsentito”, ha raccontato Valentina che ha così visto Tortora l’ultima volta, per una quarantina di minuti. Poi l’intubazione e il coma farmacologico indotto. “Lui non voleva – ha aggiunto la donna -. Mi aveva ripetuto mille volte che non voleva l’accanimento terapeutico. Io gli ho detto che era una piccola sedazione, non che lo avrebbero addormentato…”.
I primi sintomi del coronavirus li aveva accusati all’inizio di agosto. “I primi dieci giorni – ha narrato sempre la moglie dell’imprenditore – l’ho curato a casa e né io né le bambine ci siamo contagiate anche se abbiamo continuato a stare tutti insieme. Io ho anche dormito con lui. Tanto eravamo comunque costretti alla quarantena”.
Il 12 agosto il trasferimento al Cotugno, nel reparto ordinario. Una decina di giorni, dove a un certo punto sembrava che ci fossero dei miglioramenti. “Poi la situazione è precipitata nel giro di due ore”, ha affermato Valentina. Tortora non era vaccinato ma la donna ha frenato sull’etichetta ‘no vax’ che qualcuno gli ha affibbiato: “Le cose non stanno esattamente così. Paolo aveva già avuto il Covid”.
Il primo contagio era avvenuto lo scorso ottobre. Già da qualche mese avrebbe però potuto fare il vaccino. “Sì, ma aveva detto che lo avrebbe fatto ad ottobre per poi affrontare l’inverno”, ha spiegato sempre Valentina che aggiunge che il compagno di vita aveva una fragilità polmonare, che “si portava dietro da anni. Aveva dolori alle spalle, ma prendeva un antinfiammatorio e via. Infatti i medici gli hanno trovato tessuto cicatriziale ai polmoni quando è stato ricoverato, segno di vecchi problemi”.
“Me lo sono chiesta, certo, ma poi mi sono anche detta che se era destino…”, ha aggiunto la donna, circa il rammarico di non aver insistito con il marito con il vaccino. Lei è vaccinata con una dose Pfizer. La seconda non se l’è sentita di farla: “Lo scorso anno ho avuto un serio problema di salute e non me la sono sentita”.