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Covid, il numero da cui dipende il lockdown secondo Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha spiegato qual è il numero da monitorare per decidere se imporre o meno un secondo lockdown

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Dpcm, coprifuoco, mascherina, distanziamento: tutto per evitare il lockdown, soluzione che non piace né al governo né ai cittadini. Il problema, però, sono i numeri: l’aumento dei contagi, che ormai hanno superato i 16 mila casi quotidiani, ha rianimato le paure sanitarie, conseguentemente, sociali. Se per la classe politica il lockdown causerebbe danni economici enormi, per i virologi sarebbe inevitabile nel caso in cui un dato ben preciso peggiorasse da qui a poco. Lo ha spiegato Fabrizio Pregliasco, ricercatore di igiene dell’Università degli Studi di Milano, in un’intervista al Messaggero.

Lockdown, sì o no? Da cosa dipende secondo Pregliasco

Il numero da monitorare costantemente è quello relativo all’indice di contagio Rt. Nel caso in cui dovesse superare il livello di guardia, infatti, la possibilità di un lockdown non si potrebbe più scartare: “In questo momento – ha spiegato Pregliasco – abbiamo segnali di tendenza negativa, ma siamo ancora in tempo per darci una sterzata”.

L’indice di contagio Rt non deve superare la soglia dell’1,5: secondo il virologo, infatti, è un dato che “duplica in modo molto rapido, anche in meno di una settimana, il numero dei casi”. In sostanza, è “la miccia, che fa scattare una ripresa dell’epidemia che non è più lineare, ma diventa esponenziale, con una curva che cresce con una tendenza elevata”.

Nel caso in cui l’indice di contagio Rt arrivasse addirittura a 2, “sarebbe un dramma: ecco perché bisogna stringere ancora di più le misure in modo graduale”.

Covid, epidemia fuori controllo: l’analisi di Pregliasco

Il virologo ha evidenziato come l’epidemia, in Italia, si sia ormai diffusa in vari territori: “Non c’è più un epicentro lombardo, come a marzo, ma c’è una situazione di grande rilevanza di casi asintomatici che causa una catena di contagio elevata”.

Che fare, quindi? “Con azioni mirate e specifiche da coordinare si può evitare il lockdown – ha risposto Pregliasco -, vedremo come andrà fra due settimane. Il rischio è di dover mettere in atto ulteriori restrizioni, come per esempio anticipare l’orario del coprifuoco o arrivare a stabilire delle zone rosse”.

L’esperto ha aggiunto che “almeno nei territori più colpiti, in Campania, a Roma, Milano, Monza e Brianza, ma anche Varese bisognerebbe evitare di spostarsi da una provincia all’altra, o per lo meno cercare di ridurre i passaggi”.

Coronavirus, quali sono le misure di contenimento più efficaci Fonte foto: Ansa
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