Covid, Gismondo: "Prima di 3-4 anni niente vaccino. Lo dissi già"
La professoressa Maria Rita Gismondo spiega nel dettaglio le tempistiche relative al vaccino dopo la sospensione dei test di AstraZeneca
Nelle scorse ore il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha reso noto che procederà a una sospensione globale dei test clinici per il suo vaccino sperimentale contro il Covid-19. La decisione è stata presa alla luce delle complicazioni riscontrate in un partecipante al programma. Il gruppo, associato all’Università di Oxford, ha fatto sapere che il protocollo è scattato di fronte a una reazione avversa seria e non spiegabile. La vicenda è stata commentata dalla Professoressa Maria Rita Gismondo, Direttore del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, raggiunta da Corriere della Sera.
“Devo riconoscere che l’azienda ha mostrato tanta serietà nell’indagine e purtroppo devo sottolineare “l’avevo detto”, anche se è molto triste quando si parla delle speranze di salute della gente“, ha spiegato la Professoressa che ha aggiunto: “Il vaccino probabilmente ci sarà (anche se non siamo sicuri se ci sarà), ma ha bisogno dei suoi tempi”.
E adesso? Cosa accade? Gismondo afferma che ora “ci si ferma, si analizzano gli effetti provocati e quale può essere la relazione tra l’effetto indesiderato e la composizione del vaccino, quindi o si muta qualcosa, oppure si amplia il numero di volontari in modo tale da essere più sicuri sugli effetti collaterali, oppure ancora, come succede per i farmaci, si decide di chiudere la ricerca e concentrarsi su un’altra formulazione”.
La studiosa ribadisce inoltre che il vaccino non può essere proposto prima di 3-4 anni”. “Non escludo – prosegue – che fra 3-4 anni, quando si potrà avere e se si avrà, potremmo non averne più bisogno. Voglio sottolineare che a parte un vaccino nei confronti di Ebola (che peraltro è stato testato solo parzialmente), non esistono vaccini verso virus ad Rna: ricordiamo l’HIV e gli altri coronavirus”.
“Non lo dico per demoralizzare – conclude -, ma per non illudere le persone e non delegare solamente al vaccino la soluzione dei nostri problemi perché potrebbe non arrivare. Io credo che dovremmo puntare molto sulla convivenza con questo virus, adottando le misure che anche i governi hanno indicato”.