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Covid, Gimbe: "Lockdown non procrastinabile in alcune aree"

Covid, la fondazione Gimbe descrive un quadro più che critico e consiglia di adottare la misura di un lockdown totale in determinate aree

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La fondazione Gimbe, alla luce del monitoraggio indipendente condotto per la settimana 21-27 ottobre 2020, parla di epidemia “fuori controllo senza immediate chiusure locali”, aggiungendo che servirà un lockdown totale in determinate aree italiane. A riferire le rilevazioni della fondazione è l’Ansa.

Il Gimbe sottolinea anche che rispetto al precedente monitoraggio, c’è stato un aumento considerevole nel numero dei decessi. In termini percentuali sono aumentati del 108%. In rialzo dell’89%, invece, i nuovi casi (130.329 vs 68.982), che hanno mostrato anche un trend in netta crescita sul rapporto positivi/casi testati (18% vs 10,9%).

Spostando l’attenzione sulle strutture ospedaliere, Gimbe nota che ci sono stati, sempre alla luce dell’ultimo monitoraggio effettuato,  +5.501 ricoveri e +541 casi che hanno avuto bisogno della terapia intensiva, con un tempo di raddoppiamento nei prossimi 10 giorni. Infatti sono stimati oltre 30.000 ricoveri dall’8 novembre.

Scendendo nel dettaglio si rileva un costante aumento dei pazienti ricoverati con sintomi (13.955 vs 8.454) e in terapia intensiva (1.411 vs 870). Più che raddoppiati i decessi (995 vs 459).

“Le misure dei 3 dpcm sono insufficienti e tardive; è sottostimata la velocità di diffusione”, conclude la fondazione.

“I dati dell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi”.

“In alcune aree – aggiunge Cartabellotta – del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali”.

“Al di là dei numeri assoluti – spiega il Presidente – preoccupano i trend esponenziali con cui aumentano i pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva, con un tempo di raddoppiamento di circa 10 giorni da 3 settimane consecutive”.

Secondo Enrico Bucci, professore aggiunto SHRO, Temple University “mantenendo questi trend di crescita, all’8 novembre si stimano 31.400 (IC 95%: 30.000-33.000) ricoverati con sintomi e 3.310 (IC 95%: 3.200-3.400) in terapia intensiva; numeri che potrebbero ridursi per l’eccesso di letalità da sovraccarico ospedaliero”.

“Vero è – continua Cartabellotta – che sono state introdotte progressive restrizioni da parte di governo e regioni, ma il loro effetto sulla flessione della curva dei contagi sarà minimo perché le misure non sono state “tarate” su modelli predittivi a 2 settimane”.

“In relazione ai risultati ottenuti dall’introduzione di ciascuna misura di contenimento – interviene Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – è stata stimata l’efficacia sul valore di Rt di quattro possibili gruppi di interventi a 7, 14 e 28 giorni. Per dimezzare il valore di Rt servono almeno 28 giorni di lockdown totale”.

Covid, le regole da seguire se si ha il coronavirus Fonte foto: ANSA
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