Covid, cosa cambia con i difetti di pronuncia: parla Ilaria Capua
Secondo la scienziata Ilaria Capua i difetti di pronuncia hanno un ruolo importante nella diffusione del coronavirus
Ilaria Capua ha una nuova teoria sulla diffusione del coronavirus. La direttrice dello One Health Center of Excellence in Florida, infatti, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera che i difetti di pronuncia, come la erre moscia e la zeppola, potrebbero avere un ruolo importante.
“Alcuni di noi”, ha spiegato la scienziata, non diffondono il contagio come le altre persone ma sviluppano “un effetto elicottero con qualcosa che è più impalpabile della farina”.
Si tratta di “una nuvola infinita che si allarga grazie al movimento delle pale, che più si muovono e più la nuvola si espande. Si chiamano i super-spreader”, ovvero i super diffusori “che sono avvolti da una nuvola di virus a concentrazioni altissime che con l’aiuto di alcuni accorgimenti può essere trasformata anche in migliaia di contagi”.
In questo quadro, secondo Ilaria Capua, un ruolo fondamentale è esercitato dal modo in cui parliamo: “Chissà se una lingua foneticamente caratterizzata da maggiore pressione e frizione possa essere più pericolosa come veicolo di infezione virale”, ha aggiunto.
“Una lingua foneticamente caratterizzata da maggiore pressione e frizione”, secondo Capua, potrebbe “essere più pericolosa come veicolo di infezione virale. Basti pensare a come siano diverse dal punto di vista meccanico alcune inflessioni o dialetti nel solo nostro territorio nazionale”.
“Mi incuriosisco – ha concluso la scienziata – su alcuni difetti di pronuncia come il sigmatismo, meglio noto come zeppola, forse possano creare un volume di goccioline maggiore a quello che emetterebbe chi non l’ha o ha l’erre moscia“.