Crisanti sull'immunità di gregge: "Non tutti vaccinati sono protetti"
Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all'Università di Padova, ha analizzato la situazione italiana rispetto al resto d'Europa
Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, è intervenuto in diretta durante la trasmissione ‘Agorà’, in onda su Rai 3. Tanti i temi toccati dall’esperto: dalla differenza dei contagi tra Italia e Gran Bretagna all’immunità di gregge, passando per la scarsa efficienza del vaccino Johnson&Johnson e la necessità della terza dose a prescindere dall’età.
Covid, perché in Italia ci sono meno contagi rispetto al resto d’Europa
Crisanti ha spiegato che la ragione per cui l’Italia registra adesso meno casi rispetto agli altri Paesi europei è “perché ci siamo vaccinati più tardi e perché abbiamo ancora delle misure di restrizione come le mascherine nei luoghi chiusi e le limitazioni di capienza“.
“La realtà – ha aggiunto – è che in Inghilterra e in Israele la maggior parte delle persone si è vaccinata tra gennaio e aprile, mentre in Italia tra aprile e luglio: la protezione contro la trasmissione cala dopo 6 mesi dal 95% al 40% e cala per le complicazioni gravi dal 90% al 65% nello stesso arco di tempo. Quindi, in Italia la popolazione adesso è più protetta”.
Per quanto riguarda invece l’immunità di gregge Crisanti ha spiegato che si registra quando “l’Rt va sotto il valore 1 senza che si facciano attività. Con l’indice tra a 7 e 9, come nel caso della variante Delta, l’immunità di gregge si raggiunge con l’85% della popolazione protetta. Non vaccinata, perché non tutti i vaccinati sono protetti: se vacciniamo tutti al 90%, siamo protetti per sei mesi. Dal settimo mese bisogna ripartire”.
Green pass, a cosa serve secondo Crisanti
Crisanti ha poi parlato del Green pass, facendo una distinzione: “Se la vaccinazione dura sei mesi e il Green pass dura un anno, come fa ad avere un impatto sulla trasmissione? Evidentemente non ce l’ha: è uno strumento per far vaccinare la gente. Ottimo, perché è importante che la gente si vaccini, ma non facciamo confusione perché altrimenti creiamo un varco logico a chi è contro il Green pass e la vaccinazione”.
Una fetta di popolazione è ancora restia e non vuole vaccinarsi. Non perché sia contro i vaccini, ma magari per delle fobie: “Ci sono tante persone che hanno fobie, che non viaggerebbero mai in aereo nemmeno con l’obbligo: bisogna accettare che c’è una piccola porzione di popolazione che ha delle fobie e queste persone non devono e non possono essere regalate ai no vax. Si deve trovare un compromesso per queste persone, ad esempio obbligarli a utilizzare mascherine Ffp2, molto sicure”.
Johnson&Johnson, l’accusa di Crisanti: “Sapevano tutto”
Quindi, il tema di Johnson&Johnson. A metà ottobre la Food and Drugs Administration statunitense (Fda) ha dato il via libera al booster per il vaccino anti Covid Johnson&Johnson, raccomandandolo a tutte le persone dai 18 anni in su che hanno ricevuto la prima dose almeno due mesi fa.
Dunque svelando che l’efficacia di questo vaccino, somministrato a circa 2 milioni di italiani, cala bruscamente dopo appena due mesi. Secondo Crisanti: “Johnson&Johnson lo sapeva già quando è iniziata la somministrazione in Italia: se hanno sbagliato, dovranno risponderne“.
Infine, la terza dose: “Funziona e ripristina la protezione in maniera molto efficace – ha sottolineato Crisanti -, adesso è un problema di opportunità e disponibilità: prima spetterà ai sanitari, poi a fragili e anziani, e via via a tutta la popolazione se vogliamo fermare la trasmissione”.