Covid, torna a crescere l'occupazione dei posti in reparto: il report
L'Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha rivelato i dati del suo ultimo monitoraggio
Dopo settimane in cui si era registrato un calo a cui poi era seguita una fase di stabilità, per la prima volta è in aumento dell’1% la percentuale di posti letto in reparto occupati da pazienti Covid-19 in Italia. Il dato è evidenziato nell’ultimo monitoraggio dell’Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, aggiornato al 25 luglio 2021.
L’occupazione dei posti in reparto da parte dei pazienti Covid-19, a livello nazionale, ha raggiunto il 3%, quota molto bassa rispetto ai picchi registrati nei mesi passati ma che rispecchia l’aumento dei contagi rilevato nei giorni scorsi.
Rimane stabile, invece, dai primi di luglio, il dato dei posti letto in terapia intensiva occupati dai pazienti Covid in Italia.
Tale dato, a oggi, è a quota 2%.
Le regioni interessate dal maggiore incremento del tasso di occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid, sono Sardegna e Sicilia, entrambe arrivate al 5% in pochi giorni a fronte di una media nazionale del 2%.
Ancora la Sicilia, insieme alla Calabria e alla Campania, rispettivamente con il 7%, il 6% e il 5%, sono le regioni che hanno la percentuale più alta di posti letto in reparto occupati da pazienti Covid, su una media nazionale del 3%.
Covid, i nuovi parametri di rischio
Col nuovo Decreto, il governo ha deciso di modificare i parametri per l’inserimento delle Regioni nelle varie fasce di rischio Covid.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato così in conferenza stampa le novità: “La modifica sostanziale in accordo con le Regioni è considerare il parametro prevalente il tasso di ospedalizzazione. Una Regione andrà in zona gialla solo quando il tasso di occupazione delle terapie intensive supererà il 10% e contemporaneamente l’area medica sia oltre il 15%. In arancio si va con terapie intensive superi il 20% e contemporaneamente l’area medica superi il 30% e si andrà invece in area rossa con terapie intensive occupate oltre il 30% e l’area medica il 40%”.