Covid, controlli su visoni in Italia: scatta un vincolo sanitario
In attesa dei risultati degli esami biologici, i Nas hanno disposto una misura cautelare dopo i controlli effettuati su tre allevamenti di visoni
I controlli sui visoni scattano anche in Italia, dopo l’allarme sulla mutazione del coronavirus in questi animali riscontrato in diversi Paesi in Europa. Il Gruppo Tutela Salute dei Nas di Roma ha ispezionato tre allevamenti e ha disposto un vincolo sanitario per 2.400 capi di visone in attesa dell’esito dei prelievi biologici.
Covid, esami dei Nas su visoni in Italia: i controlli
Le verifiche hanno interessato delle aziende agricole nelle province di Forlì, Ravenna e L’Aquila. In tutti e tre gli allevamenti sottoposti a controllo insieme ai servizi veterinari delle Asl interessate, non sono state rilevate violazioni delle norme di biosicurezza, né dei protocolli covid-19, né sono stati riscontrati negli animali sintomi riconducibili ad infezioni da Sars-CoV-2 o ad altre patologie respiratorie.
Tuttavia, spiega una nota dei Nas, “si è proceduto, in via cautelativa e a salvaguardia della salute pubblica”, per il ritrovamento di un visone in condizioni precarie.
“Con i veterinari che ci hanno accompagnato, abbiamo trovato uno dei 2.400 esemplari che camminava in modo rallentato. Abbiamo disposto i test per tutti i visoni e abbiamo imposto il vincolo sanitario. Non è una sanzione. Vuol dire che nessun capo può entrare o uscire dall’allevamento” ha spiegato a Repubblica il tenente colonnello Walter Fava.
“Per i risultati dei test su così tanti animali, serviranno 10 o 15 giorni” ha concluso.
Covid, controlli su visoni in Italia: i timori sulla mutazione
Nei giorni scorsi è stata l’organizzazione mondiale per la sanità animale, a esprimere preoccupazione “che l’introduzione e la circolazione di nuovi ceppi virali nell’uomo, come quello dai visoni, possa comportare modifiche della trasmissibilità o virulenza e una diminuzione del trattamento e dell’efficacia del vaccino”.
Un allarme che ha portato in Danimarca all’abbattimento di 17 milioni di visioni. Per questo motivo l’OIE ha chiesto “una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie pubbliche e degli animali è fondamentale per identificare e ridurre meglio l’impatto”.