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Covid, boom contagi a Brescia: rischio zona rossa. Cosa succede

Preoccupa un nuovo boom di casi nel Bresciano: il Cts sta valutando i provvedimenti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Preoccupa una nuova impennata di casi di Covid-19 nella provincia di Brescia, una situazione della quale il sindaco Emilio Del Bono è perfettamente consapevole. Come riporta l’Ansa, il sindaco ha spiegato che “i dati di Brescia sono all’attenzione del Cts nazionale che farà valutazioni a breve”.

Boom di contagi nel Bresciano, ipotesi zona rossa

De Bono, che ha riferito le preoccupazioni anche al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha precisato che la situazione in città non è particolarmente grave, “ma l’andamento del contagio preoccupa soprattutto in provincia”.

Stando al bollettino del 21 febbraio, sono 704 i casi emersi nel Bresciano. E anche in quello del 22 febbraio, la provincia di Brescia è la più colpita – con 427 nuovi casi – se si tiene conto del rapporto tra positivi e popolazione.

Si valuta quindi l’ipotesi di istituire una zona rossa, similmente a quanto accaduto ad alcune province umbre, anche se il sindaco si è espresso con cautela in merito: “Non spetta a noi dire se siamo da zona rossa, gialla, arancione. Esistono i comitati tecnici scientifici, nazionale e regionale, che ci devono dire quale è la situazione. Non so dire quindi se oggi siamo da zona rossa perché non ho tutti i dati che ha invece il Cts”.

Boom di casi nel Bresciano, la soluzione del sindaco Del Bono

In ogni caso, Del Bono ha già in mente una soluzione per arginare l’ondata di contagi, qualora la Lombardia – e il Bresciano – dovessero rimanere in zona gialla: “Sarei per arginare il flusso di gente il sabato pomeriggio in centro città. Se resterà la zona gialla valuterò di limitare la vendita di alcolici nel centro città dopo quanto visto negli ultimi fine settimana, sabato soprattutto”.

Come riferisce il Corriere della Sera, Del Bono ha segnalato il problema del lento procedere della campagna vaccinale: “Stiamo andando troppo piano; ci sono medici che non hanno ancora fatto il secondo richiamo, siamo indietro nelle case di riposo e siamo solo all’inizio della copertura degli ultra 80enni e non si è ancora partiti per le categorie a rischio come insegnanti e forze dell’ordine. Mi aspetto un’accelerazione e mi concentrerei sull’organizzazione della macchina”.

Una spinta che potrebbe prendere forma attraverso l’ipotesi, che sarebbe valutando il governo Draghi, di ispirarsi al modello inglese per la campagna vaccinale.

Variante Covid, le città italiane più colpite e quelle a rischio Fonte foto: ANSA
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