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Covid, boom di casi a Brescia: così è nata la "terza ondata"

Gli esperti parlano ormai di "terza ondata", in riferimento ai contagi nel Bresciano. Ecco come sono nati i focolai

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

L’impennata di casi nel Bresciano ha convinto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a firmare un’ordinanza che istituisce una zona arancione “rafforzata” in tutta la provincia di Brescia e in alcuni comuni delle province di Bergamo e Cremona. Similmente, anche in Emilia-Romagna sono stati presi provvedimenti per 14 comuni.

Ma come ha avuto origine quella che gli esperti hanno definito la “terza ondata”, generata probabilmente dalla diffusione della variante inglese di Covid-19? Il Corriere della Sera ha ripercorso la catena di contagi alla cui estremità c’è il comune di Castrezzato, paesino di poco più di 7mila abitanti, tra i più colpiti della provincia di Brescia.

Covid, com’è nata la terza ondata nel Bresciano

Il sindaco di Castrezzato ha spiegato al Corriere: “Il primo focolaio l’abbiamo avuto in una scuola d’infanzia, per noi una novità assoluta. A inizio febbraio ho chiuso l’istituto, l’8 mi hanno comunicato le positività di 4 bambini di 5 anni. Hanno contagiato le loro famiglie. Poi ci sono state un paio di feste di compleanno, tutti infetti”.

Perché è così che nascono i focolai: un positivo può generare una crescita esponenziale di casi, che a loro volta si moltiplicano, andando ad alimentare anche la pressione sulle strutture sanitarie. Da Castrezzato l’ondata si è diffusa nei paesi vicini, Chiari, Rovato, Castelcovati, Trenzano: sono 506 i nuovi casi segnalati dal bollettino del 23 febbraio nella sola provincia di Brescia, tra i valori più alti in tutta Italia per rapporto tra positivi e abitanti.

L’aumento dei ricoveri

Si teme quindi che i nuovi contagi possano compromettere la tenuta del sistema sanitario: il direttore generale dell’azienda sanitaria Franciacorta, Mauro Borelli, ha detto al Corriere che la situazione è “molto seria, ho ancora dieci posti liberi, per arrivare a 111”, dopo settimane in cui i ricoverati erano intorno ai 40.

A contribuire all’aumento di casi, per il prefetto Attilio Visconti, sono stati “anche scuole e trasporti. Brescia è una realtà industriale e la promiscuità sui mezzi pubblici è forte”.

Un allarme che il ministro della Salute Roberto Speranza ha lanciato anche in Parlamento, intervenendo in merito al nuovo Dpcm:  “Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia”.

Zona arancione scuro, le misure: cosa si può fare e cosa no Fonte foto: ANSA
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