Covid, l'avvertimento di Draghi: "La pandemia non è finita"
Intervenuto in conferenza stampa dopo il vertice di Bruxelles Mario Draghi ha tenuto alta la guardia sulla variante Delta del coronavirus
“La pandemia non è finita, non ne siamo fuori” sono le parole scandite dal presidente del Consiglio Mario Draghi, collegato in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue a Bruxelles. “La pandemia va ancora affrontata con determinazione, con attenzione, con vigilanza” ha affermato il premier, come riportato da Adnkronos, sottolineando l’elemento di maggiore preoccupazione in questa nuova fase della pandemia: la sempre maggiore diffusione nel continente della variante Delta.
Covid, l’avvertimento di Draghi: “La pandemia non è finita”
“Se pensate che il Regno Unito qualche settimana fa aveva un numero di casi più o meno pari a quello della Francia di oggi, oggi sono venti volte tanto” ha spiegato Draghi in conferenza.
Per il primo ministro risulta fondamentale individuare per tempo la nascita di nuove varianti del Sars-CoV-2: “Dobbiamo sequenziare di più. Bisogna tenere alta pressione su tamponi, continuiamo a farli” dice e in particolare l’Italia “serve continuare con determinazione la campagna vaccinale”.
Covid, Draghi a Bruxelles: “Riformare l’Ema”
Al centro del discorso di Mario Draghi non ci sono soltanto i rischi legati alla variante Delta ma anche la necessità di una riforma dell’Agenzia europea del farmaco, che, secondo il premier, avrebbe dato dimostrazione di “notevole confusione” nella gestione della pandemia.
Durante il Consiglio Ue, ha rivelato Draghi, “abbiamo passato in rassegna quelli che sono stati i punti di incertezza negli ultimi mesi. La conclusione è stata che occorre un rinforzo e, forse, anche una riforma dell’Ema”.
In quali termini andrebbe effettuato il cambiamento all’interno dell’Ema, il premier ha spiegato che “è presto per dirlo, ma ho sollevato io stesso il tema. C’è stata una certa convergenza: è un aspetto molto complesso”.
“Ma certamente – ha continuato – l’ultimo anno ha visto una certa difformità di pronunciamenti tra l’Ema e le autorità nazionali, esitazioni, anche dovute al fatto che era una situazione in cui tutti apprendevamo in corso d’opera, in parte dovuta ad una sperimentazione del vaccino estremamente rapida. Però si è vista una notevole confusione. D’altra parte credo che l’Ema debba essere rafforzata, per esercitare i poteri che le spettano e che sono simili a quelli che esercitano le agenzie di altri Paesi”.