Covid, asintomatici con infarto intestinale: nuova scoperta in Italia
Pazienti asintomatici con tampone negativo avevano un'infezione da Covid-19 nell'intestino: la scoperta a Ferrara
Scoperta eclatante in Italia, con una ricerca condotta da una equipe multidisciplinare dell’Azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna di Ferrara. I medici hanno scoperto un esordio anomalo del Covid-19 su tre pazienti deceduti e un quarto, invece, guarito. Il virus, in questi casi, si è presentato sotto forma di infarto intestinale.
La particolarità della scoperta riguarda il fatto che i pazienti non avevano sintomi e risultavano negativi al tampone e alla tac toracica. Così, asintomatici e negativi al Covid, avevano in realtà una massiccia presenza del virus nell’apparato vascolare intestinale. Le analisi sono state svolte dopo il decesso.
Anticipata da Telestense e in via di pubblicazione su rivista scientifica, la ricerca effettuata a Ferrara ha coinvolto anche il professor Paolo Zamboni, Direttore del Centro di Malattie vascolari del Sant’Anna.
La meticolosa ricerca è stata condotta negli ultimi mesi da un team dell’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, formata da esperti di diverse discipline medico scientifiche, tra cui medici transazionale, medici internisti, chirurghi vascolari, anatomopatologi, microbiologi, oncologi specialisti in scienze chimiche e farmaceutiche.
La scoperta, come ha spiegato il professor Zamboni, apre così alla possibilità che il coronavirus si possa presentare in modo dl tutto inusuale, senza alcuna manifestazione tipica. La sintomatologia, in particolare, può essere localizzata solo a livello addominale e in mancanza totale di sintomi respiratori.
“Un esordio possibile clinico del Covid-19 è completamente diverso da quanto si conosceva – ha spiegato il professor Zamboni a Telestense -. Può esordire in pazienti completamente asintomatici con tampone negativo e tac negative per localizzazione respiratoria, con devastante localizzazione intestinale e cioè un’ischemia”.
“Questi pazienti sono stati portati in sala operatoria in assoluta inconsapevolezza che si potesse trattare di Sars-Cov-2”, ha sottolineato Zamboni.
In conclusione, la ricerca effettuata a Ferrara potrebbe essere il punto di partenza per indagare i nuovi metodi di trasmissione del coronavirus e mettere a punto test più affidabili per scoprire i positivi al Covid.