Covid, allarme no-vax tra operatori Rsa: si ripensa all'obbligo
Nella maggioranza viene rilanciata l'idea dell'obbligo del vaccino perlomeno per il personale sanitario e i dipendenti pubblici.
Sarebbero tra le categorie alle quali somministrare per prima i vaccini perché le più esposte e contatto con soggetti fragili. Ma, come riporta Repubblica molti operatori, delle Rsa, soprattutto al nord, non vorrebbero aderire alla campagna vaccinale. Per questo tra le file del governo sarebbe stata rilanciata l’ipotesi dell’obbligo del vaccino.
Secondo la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa “per chi opera nell’ambito della salute il vaccino deve essere precondizione all’assunzione“.
“Lo affermo da tempo. Chi lavora nel pubblico e a contatto con il pubblico ha una responsabilità maggiore, per questo abbiamo inserito alcune categorie di dipendenti statali tra le prime per le vaccinazioni. Non mi riferisco solo al personale sanitario, parlo anche degli insegnanti: è una questione di buon senso.” sostiene la sottosegretaria.
“Prima della pandemia, abbiamo istituito l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini in età scolare, senza le quali non sarebbero appunto stati ammessi a scuola. Non vedo perché non si dovrebbe pensare anche al Covid, soprattutto per gli insegnanti – dice ancora Zampa. Nel contratto di lavoro pubblico lo metterei come precondizione per l’assunzione”.
Una visione in contrasto con le dichiarazioni dello stesso ministro della Salute Roberto Speranza che continua a ritenere controproducente l’obbligo del vaccino: “Scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrà. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo”.
Al ministero della Sanità risulta finora un’adesione al vaccino del 70% di tutto il personale in Italia. Il consenso a sottoporsi all’iniezione contro il Covid-19 sarebbe ancora più basso tra i lavoratori delle Rsa, come dimostrerebbero i numeri rilevati in provincia di Brescia, dove secondo il direttore generale dell’Ats del capoluogo, soltanto il 20% degli operatori avrebbe aderito.
“Il Covid ha devastato le case di riposo ed è incomprensibile che i colleghi non vogliano vaccinarsi. Se medici e infermieri delle Rsa faranno memoria della devastazione vissuta, sono convinto che cambieranno idea” dice Stefania Pace, presidente dell’ordine professioni infermieristiche della provincia bresciana.