Giorno del ricordo, cosa sono le foibe e quanti sono stati i morti italiani: che significato ha il 10 febbraio
Il 10 febbraio è il Giorno del ricordo dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata: perché si è scelta proprio questa data
La tragedia delle foibe ha segnato la storia d’Italia. Il 10 febbraio, ogni anno dal 2004, si ricordano gli orrori avvenuti nella zona dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnaro, in seguito all’armistizio di Cassibile del 1943, con cui il nostro Paese firmò la resa incondizionata agli Alleati durante la seconda guerra mondiale. Subito dopo, migliaia di italiani morirono per le rappresaglie dei partigiani jugoslavi. Da allora, il dibattito sul Giorno del ricordo è sempre ricorrente.
L’esodo giuliano-dalmata
L’8 settembre 1943, l’Italia governata dal generale Pietro Badoglio comunica la firma dell’armistizio di Cassibile. Il Paese si dichiara cobelligerante di Stati Uniti e Regno Unito contro la Germania nazista.
Tra le molte situazioni complicate che l’improvvisa resa del Regno d’Italia crea, la più tragica è quella in Istria e Dalmazia. La zona adriatica della Croazia era abitata da molti italiani di diversa provenienza. Alcuni discendevano da coloni che si stabilirono in zona durante la dominazione della Repubblica di Venezia.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor si tengono per mano dopo aver deposto una corona di fiori alla foiba di Basovizza, dove si stima che i partigiani jugoslavi abbiano gettato duemila italiani tra militari e civili. Trieste, 13 luglio 2020
Altri invece erano immigrati recenti, parte dell’Italianizzazione forzata che il regime fascista impose nelle zone annesse dopo il trattato di Rapallo del 1920. Dopo l’armistizio tra i 250 mila e i 300 mila italiani fuggirono dall’Istria, dalla Dalmazia e dal Quarnaro verso l’Italia.
Si tratta di una delle più grandi migrazioni della storia recente del nostro Paese, avvenuta in un momento tragico, immediatamente successivo alla fine di una guerra.
Cosa sono le foibe
Tra il 1943 e il 1947, proprio mentre l’esodo giuliano-dalmata si compiva, ebbero luogo diversi eccidi nei confronti degli italiani residenti in Istria e Dalmazia.
A esserne responsabili furono i partigiani jugoslavi di Josip Tito, che combattevano contro l’occupazione nazista della regione.
Questi crimini prendono il nome dalle foibe, inghiottitoi carsici in cui venivano gettati i corpi delle vittime, in alcuni casi ancora in vita.
Si trattò soprattutto di azioni di rappresaglia contro la popolazione civile per le azioni compiute dall’esercito italiano contro gli slavi durante i vent’anni di dittatura fascista.
I morti ipotizzati variano tra i 3 mila e i 5 mila, con alcune stime più contestate che arrivano addirittura a 11 mila.
Il Giorno del ricordo: perché si celebra proprio il 10 febbraio
Per ricordare le tragedie delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, nel 2004 il Governo italiano ha istituito il Giorno del ricordo.
La data del 10 febbraio fu scelta in concomitanza con quella della firma dei trattati di pace di Parigi del 1947, che consegnarono l’Istria, la Dalmazia e il Quarnaro alla Jugoslavia.
Il Giorno del ricordo è una ricorrenza civile, ma non è festa nazionale.
Le celebrazioni solenni avvengono presso il palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, che tiene un discorso in commemorazione delle vittime.