Cosa significa per l'Italia la frenata dell'inflazione e quali sono le conseguenze sul carrello della spesa
L'inflazione rallenta in Italia, scendendo allo 0,3% mensile: cosa significa per le spese delle famiglie?
L’inflazione in Italia rallenta ancora. Il costo dei beni di consumo e dei servizi è aumentato su base mensile dello 0,3%, mentre rispetto all’anno scorso si scende al 7,6% rispetto al 8,2 di aprile. Questo però non significa che i prezzi siano scesi.
- L'inflazione cala a maggio
- Perché l'inflazione scende ma i prezzi no
- I beni energetici rallentano più del resto
L’inflazione cala a maggio
L’Istat ha diramato le prime stime dell’indice nazionale dei prezzi al lordo dei tabacchi per il mese di maggio 2023. Rispetto ad aprile, l’inflazione è scesa allo 0,3%.
Se si guarda invece allo stesso periodo del 2022 invece, i prezzi dei beni e dei servizi nel nostro Paese sono aumentati del 7,6%.
La benzina è uno dei beni che ha subito di più l’oscillazione dei prezzi
Un dato positivo, dato che aprile 2023 aveva fatto segnare un +8,2% rispetto allo stesso mese del 2022. Queste percentuali sono anche aiutate dall’andamento dell’inflazione lo scorso anno.
I prezzi avevano cominciato a salire sensibilmente proprio in questo periodo, dopo l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti preoccupazioni sulle forniture di gas.
Perché l’inflazione scende ma i prezzi no
L’inflazione rallenta, ma i prezzi no. Come è possibile? Il motivo sta nella definizione di inflazione. Si tratta infatti dell’aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo.
Dire che l’inflazione cala quindi, significa dire che c’è stata una diminuzione nella crescita dei prezzi, non un calo dei prezzi stessi. In tal caso infatti si parlerebbe di deflazione.
Ad esempio, un bene che costava 100 euro ad aprile 2022, arriva a costarne 108,20 nello stesso mese del 2023. Uno che invece ne costava 100 nel maggio del 2022, un anno dopo ne costa 107,6. L’aumento è stato minore, ma c’è comunque stato.
I beni energetici rallentano più del resto
Il dato Istat è soltanto una media, e difficilmente riflette l’aumento nelle spese delle famiglie. Diversi beni aumentano di prezzo con diverse velocità, e alcuni possono anche calare.
L’energia ad esempio sta subendo un calo repentino, dopo gli aumenti altrettanto rapidi di questo autunno. I beni di questo segmento, nel mercato libero, passano dal +26,6 di aprile al +20,5 di maggio.
Calo in linea con la media per i generi alimentari, tra le voci di spesa maggiori per le famiglie. In questo caso si passa dal 14% netto del mese scorso ad un +13,4%. Aumenti superiori all’indice generale, ma che seguono un andamento di rallentamento.