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Cosa prevede il nuovo piano pandemico su vaccini e Dpcm e perché fa infuriare Bassetti a 5 anni dal Covid

Le principali novità previste nel nuovo piano pandemico nazionale su vaccini e DPCM e perché ha fatto infuriare Matteo Bassetti a 5 anni dal Covid

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A cinque anni dall’inizio del Covid in Italia, il nuovo Piano nazionale pandemico è stato inviato in Conferenza Stato-Regioni. Il testo riconosce l’utilizzo dei vaccini ma non come unico strumento di contrasto e prevede, in alcuni casi, restrizioni alla libertà personale solo nell’eventualità di una “pandemia di carattere eccezionale”, ma senza il ricorso ai Dpcm. Duro Matteo Bassetti, che ha criticato alcuni elementi del testo.

Cosa prevede il nuovo Piano nazionale pandemico su vaccini e Dpcm

Nel testo del nuovo Piano nazionale pandemico inviato in Conferenza Stato-Regioni, si legge che “è escluso l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali”.

Nel testo arrivato alle Regioni anticipato dal Corriere della Sera e visionato da ANSA, è scritto inoltre che i vaccini “non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili”. “In caso di reale e grave rischio per la salute pubblica – si legge ancora nel Piano – sarà necessario disporre di misure combinate che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e la messa in quarantena degli individui esposti”.

Piano pandemico nazionale Schillaci BassettiFonte foto: ANSA

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha confermato che il nuovo Piano pandemico nazionale è stato inviato mercoledì 19 febbraio alle Regioni.

In base a quanto previsto dal Piano, “le misure dovranno essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione e ad altri fattori come l’immunità della popolazione, la capacità dei servizi sanitari e la disponibilità di contromisure mediche efficaci come i vaccini e le terapie”.

In caso di necessità, inoltre, è prevista la nomina di un “Commissario straordinario all’emergenza, un ufficiale nominato dal Governo che agisce in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a eventi straordinari attraverso poteri esecutivi speciali”.

Lo scenario peggiore previsto dal Piano pandemico nazionale

Lo scenario peggiore previsto dal nuovo Piano pandemico nazionale prevede fino a 3 milioni di ricoveri e oltre 360 mila persone con necessità di cure in terapia intensiva.

Gli scenari di rischio previsti sono tre: due legati a virus influenzali e considerati più probabili e il “worst-case”, il peggiore scenario possibile, poco probabile ma che non può essere escluso in fase di preparazione alla gestione del rischio.

Nel caso di una pandemia da virus influenzale caratterizzato da patogenicità “lieve”, i ricoveri potrebbero oscillare da 18.882 a 47.809 e gli accessi in terapia intensiva da 2.259 a 5.737. Al picco della curva dei contagi, potrebbero essere necessari tra 1.950 e 22.953 posti letto per i ricoveri ordinari e tra 234 e 2.754 posti in terapia intensiva.

Lo scenario intermedio, collegato a un virus influenzale con patogenicità “moderata”, ipotizza dai 103.522 ai 262.948 ricoveri e dai 12.423 ai 31.554 accessi in terapia intensiva. Al picco dei contagi, è previsto un fabbisogno tra 10.728 e 126.242 posti letto per ricoveri ordinari e tra 1.287 e 15.149 in terapia intensiva.

Lo scenario peggiore, che il Piano associa a un coronavirus con patogenicità “grave”, prevede che i ricoveri complessivi potrebbero oscillare da 570.715 a 3.047.150 e gli accessi in terapia intensiva da 68.697 a 366.787. Al picco dei contagi potrebbero essere necessari tra 20.986 e 2 milioni di posti letto per ricoveri ordinari e tra 2.779 e 269 mila in terapia intensiva.

Il picco di posti letto in terapia intensiva, durante la pandemia da Covid 19, si è registrato il 3 aprile 2020, con 4.068 persone ricoverate in terapia intensiva.

Le parole del ministro Schillaci sul Piano nazionale pandemico

A margine della Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitari, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha riferito che il nuovo piano pandemico nazionale “è stato inviato ieri (mercoledì 19 febbraio) alle Regioni, che “adesso lo stanno esaminando e a breve avremo il responso”.

Schillaci ha aggiunto: “C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini“.

La critica di Bassetti sul Piano pandemico nazionale

All’agenzia Adnkronos, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato che un Piano pandemico “non può derogare da quello che viene fatto in tutti i Paesi del mondo”.

Secondo l’infettivologo, “è evidente che i lockdown sarebbero sempre da evitare, ma nel momento in cui dovesse esserci un nuovo virus e ci fosse una diffusione come quella già vissuta, il contenimento di un’infezione è la quarantena. Non lo decide la politica, ma la scienza e la medicina”.

Ancora Bassetti: “Spiace che ancora una volta il Piano pandemico sia influenzato dalla politica, invasioni di campo gravissime, e credo che noi medici e scienziati non ci dobbiamo stare. La politica non deve mettere il naso in materie non sue“.

La chiosa finale dell’esperto: “Sono stato il primo critico di alcune misure prese nel 2020-2021, i lockdown troppo lunghi e le scuole chiuse. Scrivere in un Piano pandemico che tu non farai mai un Dpcm per la quarantena, però, ritengo sia sbagliato. Nessun altro Paese si è posto in questo modo”.

Piano pandemico nazionale Bassetti Fonte foto: ANSA
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