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Cosa cambia con il ddl sull'autonomia differenziata e perché 100 sindaci del Sud Italia sono scesi in piazza

Il disegno di legge sull'Autonomia differenziata ha scatenato la protesta di diversi sindaci del Sud Italia: cosa cambia con il ddl Calderoli

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Il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata è arrivato in Aula al Senato e in piazza è montata la protesta dei sindaci. Ma cosa cambia con questo disegno di legge?

Cosa cambia col ddl sull’autonomia differenziata

Il ddl Calderoli (“padre” di questa riforma) sull’autonomia differenziata è una battaglia storica della Lega, che vuole portare a casa maggiore autonomia regionale. L’autonomia differenziata è stata presentata come pilastro del programma di governo.

Il disegno di legge ha suscitato perplessità anche all’interno della maggioranza. Prima dell’arrivo in Aula, come riporta l’agenzia ‘ANSA’, si è reso necessario è necessario un vertice di maggioranza con il ministro Calderoli, che alla fine ha “benedetto” i due emendamenti di modifica presentati da Fratelli d’Italia con cui è stato richiesto che, una volta che verrà approvato il provvedimento con i Livelli essenziali di prestazione (Lep), le risorse saranno aumentate anche per le altre Regioni che non hanno chiesto l’Autonomia, “al fine di scongiurare disparità di trattamento”.

Fratelli d’Italia, attraverso le parole del presidente della commissione Affari costituzionali Alberto Balboni, ha commentato: “Grazie a Fratelli d’Italia il provvedimento è migliorato. Questa riforma non viola la Costituzione la applica. Le nostre proposte mirano a stabilire un principio già partendo dall’articolo 1: ci deve essere la coesione nazionale e l’eliminazione delle differenze che purtroppo persistono tra Nord e Sud, centro e periferia. Ricordo ai critici di sinistra che la messa a punto di queste misure non è un fatto discrezionale che si è inventato il centrodestra ma un obbligo costituzionale previsto da 20 anni e che è rimasto inattuato”.

La protesta dei sindaci contro l’autonomia differenziata

Cento sindaci del Sud Italia, quasi tutti del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, sono scesi in piazza per protestare davanti alle prefetture contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Dall’associazione sindaci del Sud, come riportato da ‘SkyTg24’, hanno spiegato: “Ogni sindaco che amministra la cosa pubblica nel Mezzogiorno sa quanto sia difficile garantire quello che chiedono i cittadini e ciò che servirebbe alle future generazioni in un contesto di totale difficoltà socio-economica e di gravi carenze amministrative. Con il regionalismo spinto non si creerebbe quella maggiore efficienza che il ministro Calderoli sbandiera per giustificare la sua proposta, il cui unico scopo, in realtà, è ridare peso alla Lega. Si determinerebbe, invece, un peggioramento delle condizioni dei municipi del Sud“.

I sindaci hanno aggiunto: “Si calcola che la proposta di revisione del Pnrr ottenuta dal ministro Raffaele Fitto colpirà soprattutto le regioni del Sud, che subiranno un taglio di 7,6 miliardi, la metà dei 15,9 che si prevede di ridurre. Per non parlare dell’eliminazione delle Zes e dei 4,4 miliardi distratti dal fondo perequativo infrastrutturale in una nazione che sul piano delle ferrovie e delle strade è letteralmente tagliata in due, l’alta velocità al Nord, la grande lentezza al Sud”.

De LucaFonte foto: ANSA

Anche il presidente della regione Campania ha chiesto il ritiro del ddl sull’autonomia differenziata.

La “promessa” del Partito Democratico

Le opposizioni hanno promesso battaglia contro il ddl, forti di 153 emendamenti del Pd, 121 del M5S, 50 del gruppo Misto, 8 presentati da Italia Viva e uno dal gruppo delle Autonomie.

Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato, ha detto: “La maggioranza sta forzando su una norma che spaccherà l’Italia. Noi faremo di tutto per fermarli“.

Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata Fonte foto: ANSA
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