Corruzione, ai domiciliari il procuratore di Taranto: l'inchiesta
Carlo Maria Capristo, secondo l'accusa, fece "pressioni per indirizzare alcune indagini"
Con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, il procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo è finito agli arresti domiciliari. L’inchiesta, come riporta Ansa, è iniziata un anno fa ad opera della Procura della Repubblica di Potenza e ha portato allo stesso provvedimento per un ispettore della Polizia in servizio nella Procura tarantina e tre imprenditori della provincia di Bari.
Gli indagati, secondo quanto riferito dall’accusa, avrebbero indotto un giovane sostituto presso la Procura di Trani a perseguire penalmente una persona che gli imprenditori, considerati i mandanti, avevano denunciato per usura.
Il magistrato, nonostante gli atti che secondo l’accusa sarebbero stati commessi “in modo non equivoco”, si oppose fermamente e decise di denunciare l’accaduto poiché non vi erano presupposti “né di fatto né di diritto”.
Insieme al procuratore di Taranto, anche l’ispettore di Polizia, inoltre, è “gravemente indiziato di truffa ai danni dello Stato e falso”.
L’ispettore, infatti, risultava presente in ufficio e percepiva gli straordinari nonostante si trovasse in casa per svolgere “incombenze” per conto del Procuratore.
Questa mattina, infine, sono state eseguite altre perquisizioni a carico di altre persone e anche di un altro magistrato, che è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.