Corrado Formigli contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini: dall'allarme fascismo alle liste di proscrizione
Corrado Formigli contro Giorgia Meloni: la sfida fra i due prosegue senza esclusione di colpi fra accuse di fascismo e di fare liste di proscrizione
Corrado Formigli contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Di nuovo. Più di prima.
Il giornalista, conduttore di Piazzapulita, è uno dei volti simbolo di La7 e non ha mai fatto mistero del suo orientamento politico che pende verso sinistra.
Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre e con il susseguirsi dei sondaggi che davano per favorita Giorgia Meloni, il nervosismo politico di Corrado Formigli è cresciuto di pari passo con l’indice di gradimento della Meloni.
E sono aumentati, di conseguenza, critiche, attacchi e filippiche.
Formigli e l’allarme sui fascisti in Fratelli d’Italia
Formigli ha dapprima rigiocato la carta del fascismo per sostenere che è vero che Giorgia Meloni non è fascista, ma che ha tuttavia un atteggiamento morbido nei confronti dei simpatizzanti del ventennio che si annidano in Fratelli d’Italia.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
“Non penso affatto che se la destra vince ci troviamo con il fascismo e i balilla” – ha dichiarato Formigli lo scorso 4 settembre al festival della tv di Dogliani – ma non possiamo ignorare che dentro quello che sarà il primo partito di governo ci sono nostalgici del fascismo, post-fascisti e personaggi dichiaratamente fascisti”.
Il promo della nuova stagione di Piazzapulita conteneva proprio una musichetta fascista associata a immagini dei palazzi del potere romani.
“Quel promo mette assieme la democrazia e la paura di un nuovo autoritarismo. Spero faccia riflettere le persone…”, ha dichiarato Formigli.
Formigli rinfaccia a Meloni la vicinanza a Victor Orban
Andiamo avanti. Nel corso della prima puntata della nuova stagione di Piazzapulita Formigli ha lodato il nuovo atlantismo di Giorgia Meloni, espresso tramite dichiarazioni rassicuranti che garantiscono la vicinanza dell’Italia alla Nato.
Ma la polpetta avvelenata arriva subito: Formigli chiede conto a Giorgia Meloni di un video del 2019 in cui la si vede stringere la mano al presidente ungherese Victor Orban, capo di un governo ultra-conservatore e antieuropeista.
“Onorevole Meloni – la pungola Formigli – Victor Orban è sempre stato il suo modello politico. Se andrà al governo, la sua destra sarà una destra ancora vicina a Orban o troverà il modo di spiegare agli italiani che la sua idea di società sarà molto diversa da quella che ci ha indicato Victor Orban?”
Formigli contro la fiamma tricolore
Passano i giorni e cresce il nervosismo.
Formigli attacca Fratelli d’Italia per la fiamma tricolore nel simbolo (la stessa riportata sui simboli di Alleanza Nazionale e del Movimento Sociale Italiano) e che, sostiene, rappresenterebbe la fiamma che arde sulla tomba di Mussolini.
Giorgia Meloni e l’aborto
Si va avanti. Giorgia Meloni parla dell’aborto garantendo che non proporrà leggi per renderlo più difficile: la Meloni sostiene di non voler “togliere diritti” ma di voler al contrario “aggiungere diritti”. Vuole, cioè, dare incentivi alle donne che scelgono di tenere il bambino.
Per Formigli è un invito a nozze: “Giorgia Meloni ha detto di non volere abolire la legge 194/1978. Ma allora perché candida nel suo partito delle vere e proprie militanti anti aborto come Maria Rachele Ruiu? C’è una grossa contraddizione tra l’essere favorevole alla 194 e candidare chi la legge 194 vorrebbe toglierla di torno”.
I manganelli di Palermo
22 settembre 2022, tre giorni al voto. Formigli gioca il tutto per tutto e scaglia il suo attacco frontale contro Giorgia Meloni. L’accusa è avere utilizzato la polizia per soffocare con la violenza una manifestazione contro di lei a Palermo:
“Impedire l’accesso a una grande piazza a dei ragazzi armati soltanto della loro voce o dei loro striscioni, senza corpi contundenti, è una rottura delle regole della democrazia. Dopotutto lei ha scelto una piazza. E in tutte le piazze, che non sono le piazze delle democrazie illiberali come quelle di Orban, si può contestare. […] Si chiama dibattito, si chiama democrazia. Averne paura è una cosa preoccupante”.
La replica di Giorgia Meloni, in sintesi: non era un dibattito, ma un comizio e interrompere i comizi è un reato. Bene ha fatto, dunque, la polizia a caricare i manifestanti. Era il settimo comizio di Fratelli d’Italia che veniva disturbato nel giro di pochi giorni. I contestatori sono stati caricati dalla polizia che dipende dal ministero degli Interni, al cui vertice c’è Luciana Lamorgese, un ministro voluto dal governo PD-M5S. Non certo da FdI.
Formigli minimizza la vittoria di FdI
Il 29 settembre, nella prima puntata dopo le elezioni politiche, che hanno visto diventare Fratelli d’Italia la prima forza politica, Corrado Formigli ne minimizza il successo: “La Meloni è stata votata da 7,3 milioni su 46 milioni di italiani”.
Formigli contro la “lista di proscrizione”
E non finisce qui. Nell’arco di Formigli rimane un’ultima freccia, quella del vittimismo. Giocata quando un parlamentare di FdI, tale Giovanbattista Fazzolari, twitta un ironico collage di giornalisti avversi al suo partito di appartenenza con la scritta “Grazie”.
Formigli non ci sta e denuncia una “sguaiata lista di proscrizione”.
Critiche a Salvini
Sebbene, dati i risultati e i pregressi, Giorgia Meloni sia il centro dell’interesse di Corrado Formigli, ce n’è anche per Matteo Salvini, sbeffeggiato nel corso di un servizio:
“Il braccio nel cu*o è significativo del momento politico della Lega”, dice un allevatore che ispeziona il di dietro di un bovino facendo una fine analisi politica. Il video finisce nel canale Facebook ufficiale di Piazzapulita. L’irrisione è servita.