Coronavirus, Zaia sulle discoteche: "Sbagliato demonizzarle"
Il governatore della Regione Veneto accetta a malincuore la decisione del governo e ricorda il suo passato da "pr" nei locali
Luca Zaia, governatore del Veneto, è tra i presidenti di Regione che accetta il provvedimento del governo sulla chiusura delle discoteche, ma lo fa storcendo il naso. âĂ difficile essere contrari alla chiusura, perchĂŠ certe scene che abbiamo visto sono inaccettabili. Ma stiamo attenti alla demonizzazione delle discotecheâ dice il presidente in unâintervista al Corriere della Sera.
Discoteche, il punto di vista di Zaia: âNon è solo un problema di discotecheâ
Zaia ammette che le colpe del fattore movida come pericolo di aumento di contagi, sono da ricercare anche tra quei gestori che hanno riempito le discoteche oltre misura e senza controllo. Ma attribuisce responsabilitĂ anche ai comportamenti individuali: âNon si creda che chiudere risolva tutto. Nelle localitĂ di mare la gente si riversa sulle strade o nelle piazze. In certi luoghi non si riesce nemmeno a camminare. LĂŹ il problema non esiste?â.
Lo stesso presidente del Veneto aveva disposto unâordinanza che imponeva alle discoteche una capienza massima del 50%, provvedimento che lui stesso ha riconosciuto non essere stato efficace: âLa sera stessa un locale è stato chiuso dopo i controlliâ.
âUmanamente mi dispiace che per pochi irresponsabili paghi un intero settore. Ă anche per questo che ho chiesto al governo di prevedere misure di ristoro per chi subirĂ danniâ ha spiegato il governatore.
Discoteche, il passato di Zaia come âprâ: âMi sono pagato gli studiâ
Nellâintervista, Zaia ricorda gli anni in gioventĂš passati a fare pubbliche relazioni nei locali: âCome âprâ nel 1986 ho portato il marketing nelle discoteche. Ho conosciuto, perchĂŠ lavoravano con me, tanti ragazzi che oggi fanno i manager in societĂ multinazionali o che sono diventati professionisti affermatiâ.
Il presidente del Veneto racconta di come in passato grazie a questa esperienza si sia pagato lâuniversitĂ lavorando per il locale del suo paese nel Trevigiano, Â Godega di SantâUrbano, e in uno di Caorle: âDi notte, tra i clienti, conosci persone che di giorno non vedi oppure persone che di notte si comportano in modo molto diverso che di giorno. Tra quelli con cui condividi le fatiche, ti imbatti in tantissimi ragazzi che fanno sacrifici per pagarsi gli studi o per mantenere una famiglia. Ă soprattutto a loro che penso quando vedo chi gioisce per la chiusura dei localiâ.
Discoteche, il punto di vista di Zaia: âNarrazione sbagliataâ
Zaia poi torna sui numeri dellâepidemia nella sua Regione e sottolinea come ci stata unâidea sbagliata del fenomeno: âAbbiamo 6900 persone in isolamento, ma i positivi sono solo 1600. I ricoverati in terapia intensiva 5. Ma i numeri rischiano di dare una percezione sbagliata per una narrazione che ha ingenerato un grande equivoco. Che sia il virus degli anzianiâ
âA furia di parlare di morti nelle Rsa â ha concluso Zaia â è passata lâidea che sia un problema limitato ai vecchi. I giovani si sono sentiti esentati. Ma si sbagliano di grosso. Intanto lâetĂ media delle persone contagiate si è abbassata di molto. E poi questo è un virus che non perdona, non è una bronchite che si cura con lâantibioticoâ