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"Pseudoscienza": epidemiologo di Trump contro i virologi italiani

L'attacco di Vespignani, epidemiologo nella task force della Casa Bianca, a governo e scienziati

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Non si può fare scienza in questo modo“, non si possono esprimere opinioni non supportate dal metodo sperimentale sulla mutazione del virus in una forma meno aggressiva perché “il termine aggressività non ha senso. Si parla di trasmissibilità, virulenza e letalità. Questi virus perdono virulenza perché c’è l’immunità di massa, perché il nostro organismo sviluppa protezioni incrociate. Ma prima di dire una cosa del genere bisogna avere studi scientifici. Sennò è compiacenza, come quella pre-pandemia quando c’era chi diceva che era un’influenzetta. Una cosa criminale. Pseudoscienza“. L’attacco ai virologi italiani arriva da un connazionale, l’epidemiologo Alessandro Vespignani, raccolto dal Fatto Quotidiano.

Vespignani lavora a Boston. Oltre a dirigere il Network Science Institute alla Northeastern University è nella task force di Donald Trump: studia l’evolvere della pandemia negli scenari che si aprono con la fase 2.

Si dice contrario alle ospitate a pagamento dei virologi in televisione. “Gli scienziati di buon senso – spiega – quando non sono sicuri dicono ‘non lo so’. Per fortuna c’è una storicizzazione delle cose. Poi tutto questo se viene anche sporcato con ospitate a pagamento… è già un privilegio e un dovere per gli scienziati poter comunicare col mondo in questo momento”.

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Vespignani contro la riapertura voluta dal governo Conte

Nel mirino dell’epidemiologo ci sono anche le misure adottate dal governo Conte: “La traiettoria epidemica la controlli se intercetti i casi, se isoli preventivamente, se spegni i focolai. Non so se si stia facendo, mi auguravo un po’ di cautela“.

Dunque, troppo presto riaprire tutto dal 3 giugno: “Andiamo verso una riapertura completa, ma per sapere gli effetti ci vogliono settimane. Ora c’è un’ansia generale. L’ha detto il presidente del Consiglio: è un rischio calcolato. A me non sta bene: vorrei che le autorità mi garantissero che le mosse fatte minimizzano il rischio”.

Quarantena, app e numero dei contagi: tutti i limiti secondo Vespignani

Vespignani critica anche la caduta dell’obbligo di quarantena per chi entri in Italia provenendo da Paesi Ue: “Una misura che devi eliminare se vuoi che la gente viaggi. Ma se la rimuovi il 3 giugno insieme a tutto il resto ho paura che questo vada a creare una situazione distruttiva in generale. Stiamo reimportando casi? Li stiamo generando noi? Aspettare un paio di settimane poteva essere più saggio”.

Sulla app di tracciamento i dubbi sono tanti: “Una cosa bellissima, non vedo l’ora che funzioni. Però non basta: è una delle armi che abbiamo, tra cui tamponi e sierologia. Serve gente che fa il lavoro de tracciatori, non solo di nuovi contagi ma anche di follow up, chiamare i contatti e seguirli. La cosa importante era favorire il tracciamento dei casi internazionali, con piattaforme e intercomunicazione. Gli italiani li tracci, ma se poi viaggiano o vengono casi da fuori?”.

Sul numero dei contagi in Italia, Vespignani si sbilancia e dà un numero stimato: “Siamo intorno all‘8,5% della popolazione, quindi 4-5 milioni di persone in totale, guariti compresi”.

La differenza con l’influenza e la convivenza con il virus

Cosa dicono questi dati? “Che la letalità – sottolinea – è intorno all’1%, siamo a un fattore 10 rispetto all’influenza, che è 0,1%. È la differenza che intasa gli ospedali e non riesce a curare la gente. Un’influenza non fa 30 mila morti in due mesi, non satura le terapie intensive. Tra l’altro, per tutta la popolazione è l’1% ma sopra i 60 anni è sopra il 25%“.

Sulla durata della convivenza con il virus, Vespignani si espone: “Secondo me abbiamo davanti 5-6 mesi in cui questa cosa sarà con noi. Faremo un balletto in punta dei piedi con dei rischi: che alcuni Paesi sbaglino gli interventi creando problemi per tutti, fino all’arrivo del vaccino“.

Infine, un appello agli italiani. “I contagi – premette – possono non risalire se governo e Regioni organizzano un’infrastruttura di controllo puntuale, e se i cittadini si assumono la responsabilità. Non stare nei luoghi affollati senza mascherine, non esagerare con le file, ristoranti, diminuisce tantissimo la trasmissibilità. L’ultimo elemento di speranza è che ci sia una sensibilità del virus alla stagionalità: a temperatura, umidità e raggi ultravioletti“.

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