Coronavirus, tweet di Gori sui pazienti lasciati morire: è bufera
Il sindaco di Bergamo ha creato scalpore con la sua frase sulla selezione dei pazienti da curare, le reazioni
Ha scatenato un vero e proprio putiferio, sui social e non solo il tweet del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Senza mezzi termini ha lanciato pesanti accuse sui medici degli ospedali del nord Italia. “I pazienti vengono lasciati morire” ha scritto facendo intendere, neanche troppo velatamente, una sorte di selezione macabra di chi potesse essere curato e chi meno dal coronavirus.
Il tweet della discordia. Così ha scritto Gori: “Sembra che la crescita stia solo rallentando e invece è solo perché non ci sono più posti (se ne aggiungono pochi con grande fatica). I pazienti che non possono essere trattati vengono lasciati morire”. Peraltro Gori, come il governatore della Lombardia, Fontana, è per la “chiusura completa” della Lombardia.
Alle pesanti critiche per le sue parole, lo stesso Gori si è così giustificato: “È quello che hanno raccontato diversi medici impegnati nel fronteggiare l’emergenza nei nostri ospedali, ma avrei dovuto dirlo con più delicatezza, mi scuso”.
Da un po’ di giorni, parlando dell’emergenza sanitaria, qualcuno ha paventato l’ipotesi che, se al collasso, alcune strutture sanitarie avrebbero potuto fare una cernita dei casi curabili e disperati. Ma mai nessuno, se non qualche fake news circolata su whatup, si era spinto a tal punto.
Immediate le reazioni. L’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha smentito categoricamente a Repubblica che negli ospedali della Regione si faccia “selezione su chi debba essere salvato e chi no, magari su parametri anagrafici: abbiamo molti ospedali che vivono una grandissima pressione, dopodiché abbiamo un sistema che sta reggendo e li sta aiutando. A volte si fanno scelte del momento sulla persona da intubare prima e su quella per cui chiediamo un aiuto esterno e che magari viene intubata dopo qualche ora e in qualche altro ospedale”.