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Coronavirus, "tamponi agli asintomatici": la proposta di Galli

Per Massimo Galli i tamponi dovrebbero essere fatti anche a chi non mostra i sintomi dell'infezione da coronavirus

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Massimo Galli, responsabile del reparto di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, ha fatto il punto della situazione sul coronavirus in un’intervista con La Repubblica. Parlando della possibilità di sottoporre al tampone anche gli asintomatici, Galli ha affermato: “Sono assolutamente d’accordo. È utile per il contenimento identificare persone che altrimenti non lo sarebbero e metterle in quarantena”.

Coronavirus, tamponi agli asintomatici: la proposta

Da uno studio della rivista “The Lancet” citato da Galli, è emerso che “se non si riesce a quarantenare almeno il 70% dei contatti di un positivo non si ferma la malattia in 3 mesi”.

Per il medico, la Lombardia “dovrebbe trovare il modo di farli. O abbiamo un problema con il denominatore, il numero totale dei positivi. Se facciamo il tampone solo a chi ha sintomi importanti selezioniamo solo la parte più severa dei colpiti, e ci troviamo con una percentuale di letalità tra i ricoverati più alta della Cina, dove è stata del 10-15%”.

“È meglio il modello veneto, se perseguibile. È simile a quello della Corea del Sud, che infatti ha avuto l’ 1% di decessi”, ha osservato Galli.

Coronavirus, Galli: “L’estensione dell’epidemia è importante”

In merito alla situazione dei malati a Milano, Galli ha evidenziato: “Di pazienti che vengono da Milano città ne stiamo vedendo. Non siamo in condizione di dire che sono, ad esempio, tre casi alla Bovisa o a Porta Ticinese, ma ci troviamo nella situazione in cui l’estensione dell’epidemia è importante. Capiamo che qua e là le persone la malattia ce l’hanno e il punto adesso è arginare, arginare, arginare”.

Per Galli la priorità è proteggere il capoluogo lombardo: “Gran parte delle misure di contenimento devono servire a evitare il peggio in una zona di grande concentrazione di popolo come l’area metropolitana milanese. Su questo va fatto il massimo sforzo, perché più è concentrata la popolazione, più è possibile che si estenda l’infezione, ovviamente”.

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