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Coronavirus, "rischio basso": l'Europa 3 giorni prima di Codogno

Un vertice europeo a fine febbraio avrebbe classificato come "basso" il rischio per la popolazione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

I rischi della pandemia da coronavirus in Europa sarebbero stati sottostimati: è quanto si apprende dal verbale di un vertice organizzato dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Alla due giorni, organizzata in Svezia dal 18 al 19 febbraio, ha partecipato anche l’italiana Silvia Declich dell’Istituto Superiore di Sanità.

All’epoca erano 45 i casi di contagio in Europa, tra cui i due turisti cinesi a Roma. Le infezioni, secondo l’Ecdc, erano per questo classificate come “lievi”, poche e localizzabili, portando a classificare il rischio per la popolazione come “basso” e il rischio per il sistema sanitario come “basso o moderato”.

Rischi “sottostimati”: il verbale della due giorni

Nel rapporto, visionato da El Paìs e la Repubblica, il coronavirus “occupa solo 20 dei 130 punti del documento conclusivo”, minimizzando di fatto i rischi della pandemia che di lì a poco avrebbe colpito l’Europa intera.

In merito alle misure di prevenzione, l’organismo europeo aveva avvertito: “Non ci sono pressoché avvertimenti sulla pericolosità del virus, la necessità di provare a vedere se è già in Europa, di procurarsi i mezzi per affrontarlo, di progettare misure”.

Tra i paesi europei, l’Austria e la Slovacchia hanno anche messo in guardia dal rischio di terrorizzare la popolazione. Nel frattempo, il delegato spagnolo ha invitato a non “stigmatizzare” chi si sottopone a tamponi.

Le paure dei paesi membri: cosa emerge dal verbale

A esprimere dubbi sulla strategia di contenimento solo l’esponente tedesco: “Le malattie non rispettano i confini”, avrebbe detto, proponendo eventuali “raccomandazioni”.

Il rappresentante della Danimarca sarebbe stato l’unico a mettere in guardia sugli eventuali “problemi di capacità di letti negli ospedali”.

La partecipante italiana, Silvia Declich, si sarebbe chiesta se “gli asintomatici possano trasmettere la malattia e se vadano messi in quarantena”, ma in merito non si è presa alcuna decisione.

Nel corso della discussione, secondo quanto riferito da El Paìs, si è parlato anche della mancanza dei dispositivi di protezione come le mascherine ma in merito non è stato messo a punto nessun piano.

L’unico piano è che quello riguardante i criteri da soddisfare per poter effettuare i tamponi: i pazienti devono aver viaggiato a Wuhan. Il delegato danese avrebbe proposto di estendere i test anche ai casi polmonite con origine sconosciuta, ma il criterio sarebbe cambiato solo il 25 febbraio, dopo le prime due morti in Italia.

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