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Coronavirus, quando ne verremo fuori: Le Foche fa una previsione

L'immunologo Le Foche ha fatto una previsione sulla fine dell'emergenza coronavirus: cosa cambierà con il vaccino

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Entro l’estate saremo fuori dalla pandemia di coronavirus: ne è convinto l’immunologo Francesco Le Foche che, intervistato dal Corriere della Sera, si dichiara “ottimista” perché crede nella scienza e “anche nella storia”. Tuttavia, l’esperto non ha smentito completamente la previsione di Gino Strada che giorni fa prevedeva che “non ne usciremo prima di due o tre anni”. E per Natale Le Foche resterà “solo con moglie e figli, i nonni staranno a casa loro”.  Il brindisi? “Su Skype”.

Gino Strada e la fine del coronavirus: la posizione di Le Foche

In merito alla previsione di Gino Strada, “penso si riferisse alla situazione mondiale. E ha senz’altro ragione – ha chiarito Le Foche – In alcune zone del pianeta, l’Africa ma non solo, la vaccinazione andrà avanti molto più lentamente che altrove. Quindi il virus continuerà a circolare a livello globale. Ma, se noi avremo messo in sicurezza le persone fragili, la situazione sarà gestibile. Proprio per questo bisogna accelerare sui vaccini”.

Quando avrà fine l’emergenza Covid: la previsione dell’immunologo

Le Foche, ad ogni modo, si è dichiarato ottimista perché l’uomo “ha sempre usato la scienza per risolvere i problemi che si è trovato ad affrontare. Quando ero bambino, un mio compagno di classe aveva la poliomielite. Oggi la polio non c’è più, perché abbiamo il vaccino. Ecco, credo nella scienza e nella storia”.

Questa è la sua previsione: “Credo che con l’arrivo dell’estate, se avremo raggiunto una buona percentuale di vaccinati, saremo fuori o almeno quasi fuori”.

Vaccino, Le Foche: “Tagliati i tempi ma non il rigore scientifico”

In merito al vaccino anti Covid, “sono stati tagliati i tempi della burocrazia e quelli per la ricerca dei fondi, visti gli stanziamenti pubblici e privati che sono arrivati. Ma il rigore scientifico non è stato toccato. Dopodiché sia chiaro, io non ho paura dei no vax. Sono nati nell’800 dopo che era stato trovato l’antidoto per il vaiolo, furono messi in crisi da Napoleone che lo impose alle sue truppe, poi hanno ripreso piede. Ci sono sempre stati ma restano una minoranza. Quelli che mi interessano sono i dubbiosi, quelli che tentennano. Per loro serve una comunicazione comprensibile, empatica”.

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