Coronavirus, origine dai maiali: il nuovo studio sorprende
Secondo un nuovo studio il coronavirus si sarebbe fatto strada dopo un'epidemia di PSA nei maiali
Il coronavirus potrebbe avere avuto origine dai maiali e non, come ritenuto da più parti fino a oggi, dai pipistrelli. A dirlo è una nuova ricerca pubblicata dal Guardian: “Una malattia mortale del maiale – si legge nello studio – potrebbe aver preparato il terreno per il Covid-19”. Bisogna considerare infatti che il maiale, come riporta Il Messaggero, è la principale fonte di carne nella dieta cinese e il Paese produce la metà dei suini del mondo, da cui si originano circa 55 milioni di tonnellate di carne di maiale all’anno.
All’origine del coronavirus, secondo l’ultimo studio, ci sarebbe un’epidemia di PSA (Peste suina africana) diffusa in Cina nel quarto trimestre del 2019. A seguito dell’epidemia, l’unica soluzione sarebbe stata quella di uccidere tutti gli animali infetti.
Con il calo drastico dell’offerta di carne suina, sarebbe così aumentata la domanda di fonti alternative di carne e queste includevano “animali selvatici – hanno spiegato i ricercatori – aumentando così notevolmente le opportunità di contatto con il coronavirus umano”.
L’autore dello studio David Robertson, professore di genomica virale e bioinformatica all’Università di Glasgow, ha spiegato: “Se più animali selvatici entrano nella catena alimentare umana, ciò potrebbe semplicemente aumentare l’opportunità di contatto”.
La PSA, ha osservato Robertson, potrebbe essere stat in grado di causare una carenza di circa il 40-60% di suini in Cina, causando massicce interruzioni nell’industria della carne del paese. “E questo – ha aggiunto – spiega potenzialmente perché non esiste una connessione diretta con Wuhan, perché stiamo trovando difficoltà nelle connessioni. È un puzzle, c’è una sorta di anello mancante”.