Coronavirus, "ondata da voli internazionali": l'ipotesi di Vella
L'infettivologo Stefano Vella, con la ripartenza dei voli internazionali, ha lanciato un avvertimento sul rischio di seconda ondata
La seconda ondata di coronavirus potrebbe avere origine dalla ripartenza dei voli internazionali: ne è convinto l’infettivologo Stefano Vella, secondo il quale al virus “non serve di certo la carta di imbarco”. L’ipotesi del docente di Salute Globale alla Cattolica è che l’infezione possa arrivare “con qualche passeggero asintomatico“. È esclusa, tuttavia, “una seconda ondata catastrofica”.
In un’intervista al Corriere della Sera, Vella ha parlato così del coronavirus: “Dobbiamo comportarci come se lo aspettassimo al varco. Non facciamoci fregare una seconda volta – ha sottolineato -. Pensavamo che non sarebbe uscito da Wuhan invece un giorno è entrato senza bussare”.
Sulle temperature estive, inoltre, Vella ha messo in guardia: “Non illudiamoci che il caldo gli faccia poi tanto male. In alcuni Stati americani, ora colpiti, ci sono 42 gradi. Senza lockdown adesso saremmo come negli Usa”.
Dopo i casi di Fiumicino originati da cittadini rientrati dal Bangladesh, i casi di importazione preoccupano l’infettivologo: “È un’epidemia globale, non pensiamo in chiave locale – ha avvertito -. Il virus ci mette un attimo a ripresentarsi ora che si riaprono voli internazionali”.
Per quanto riguarda l’Italia, l’emergenza Covid-19 “non è finita“: “Da noi il virus sembra meno pericoloso soltanto perché circola poco, meno persone si infettano e quindi diminuiscono i malati che sviluppano sintomi gravi. Non è vero però che abbia perduto aggressività, togliamoci dalla testa per favore che sia diventato più clemente”.