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Zangrillo: "Il coronavirus non esiste più". Studio spiega perché

Le parole di Zangrillo hanno aperto un dibattito nel mondo scientifico. Uno studio del San Raffaele spiega il perché dietro le sue affermazioni

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Il coronavirus non esiste più“. Queste le parole pronunciate dal professor Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, che hanno infiammato il dibattito. Dal Cts è giunta una dura replica, con le parole di Agostino Miozzo riportate dall’Ansa: “Ammesso e non concesso che affermazioni simili siano supportate da informazioni scientifiche, e al momento non ce ne sono evidenze, parole così superficiali e fuorvianti sono decisamente pericolose in un momento così critico di passaggio da una fase di lockdown che ha riguardato non solo l’Italia ma il mondo intero”.

Caso Zangrillo, lo sconcerto di Locatelli e la posizione di Pregliasco

Anche Franco Locatelli ha reagito con “grande sorpresa e assoluto sconcerto” alle affermazioni di Zangrillo. Meno severa la posizione di Pregliasco, che a “Non è l’Arena” ha dichiarato: “È un’evidenza la riduzione della capacità del virus di creare casi gravi. L’elemento va studiato, l’università di Brescia dovrà pubblicare i risultati sugli studi su una variante meno aggressiva”.

“Questo non vuol dire ‘tana liberi tutti’ – ha precisato Pregliasco – bisogna continuare con prudenza e con vigile serenità. L’inizio della pandemia ci ha fregato, continuiamo a scoprire cose nuove su questo virus e dobbiamo organizzarci per la situazione peggiore, sapendo che ora siamo in grado di gestirla meglio”.

Caso Zangrillo, lo studio dietro le sue affermazioni

Il Corriere della Sera ha intanto riportato alcuni passaggi di uno studio dell’ospedale San Raffaele in via di pubblicazione su una rivista scientifica, a supporto delle parole di Zangrillo. Secondo la ricerca condotta da Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute, tra marzo e maggio la furia del virus si è attenuata.

Clementi: “Capacità replicativa del virus si è indebolita”

“Abbiamo analizzato 200 nostri pazienti, paragonando il carico virale presente nei campioni prelevati con il tampone”, ha detto Clementi al Corriere. “Ebbene i risultati sono straordinari: la capacità replicativa del virus a maggio è enormemente indebolita rispetto a quella che abbiamo avuto a marzo. E questo riguarda pazienti di tutte le età, inclusi gli over 65″.

Clementi: “La manifestazione clinica è cambiata”

Non c’è ancora evidenza scientifica che il virus sia mutato, ma Clementi ha sottolineato che “in base ai risultati dell’indagine e a quello che vediamo in ospedale, è cambiata la manifestazione clinica, forse anche grazie alle condizioni ambientali più favorevoli”.

“Ora assistiamo a una malattia diversa – ha precisato Clementi – da quella che vedevamo nei pazienti a marzo-aprile. Lo scarto è abissale ed è un dato che riteniamo importantissimo. Confermato peraltro dalla pratica: non solo non abbiamo più nuovi ricoveri per Covid in terapia intensiva, ma nemmeno in semi-intensiva. Nelle ultime settimane sono arrivati pochi pazienti e tutti con sintomi lievi”.

Il coronavirus si è indebolito? L’ipotesi del co-adattamento all’ospite

Sui fattori che avrebbero portato a questo presunto indebolimento del virus non ci sarebbero dati certi, ma Clementi ha fatto alcune osservazioni: “Un’ipotesi è che tratti di un co-adattamento all’ospite, come avviene normalmente quando un virus arriva all’uomo. L’interesse del microrganismo è sopravvivere all’interno del corpo e diffondersi ad altri soggetti: obiettivi irraggiungibili se il malato muore a causa dell’infezione”.

Seconda ondata, la previsione di Clementi

In merito a una seconda ondata che potrebbe arrivare in autunno, Clementi ha previsto che potrebbero verificarsi alcuni focolai e a fare la differenza sarà il modo in cui verranno gestiti: “Isolandoli, individuando i contatti e affidando i pazienti alla medicina di territorio per lasciare gli ospedali solo a eventuali casi gravi“.

Il virologo Guido Silvestri, come riporta il Corriere, ha commentato lo studio dicendo che si tratta di “dati di laboratorio molto solidi”.

Coronavirus: al Sacco di Milano nuova terapia intensiva Fonte foto: ANSA
Coronavirus: al Sacco di Milano nuova terapia intensiva
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