Non solo coronavirus, in Mongolia torna la peste nera: nuovo caso

La prima parte del 2020 è stata segnata dall’esplosione della pandemia di coronavirus. Allo scoccare della seconda parte dell’anno, però, un altro allarme sanitario arriva dalla Mongolia, nel Nord della Cina: la peste nera. Le autorità, dopo i due fratelli di 27 e 16 anni positivi dopo aver consumato carne cruda di una marmotta, hanno confermato un terzo caso. Si tratta di un pastore della città di Bayannur. Lo rende noto l’agenzia Xinhua.

Per questo motivo sono state aumentate le misure precauzionali: è stata emessa una allerta di livello 3 (su 4), che durerà per tutto il 2020.

Peste in Mongolia, il caso del pastore

Il pastore di Bayannur è stato immediatamente messo in quarantena, le sue condizioni sono stabili. L’obiettivo delle misure precauzionali imposte dal governo è quello di ridurre la caccia, ma soprattutto il consumo di carne animale.

Inoltre, la popolazione è stata invitata a riferire di eventuali scoperte di marmotte malate o morte.

Il pericolo arriva dalla marmotta

Il caso dei due fratelli che hanno contratto la peste dopo aver mangiato carne cruda di marmotta ha acceso i riflettori sull’animale.

I due ragazzi al momento sono ricoverati in ospedali separati, e il più grande sarebbe in condizioni critiche.

La carne di marmotta, nel 2019, ha ucciso una coppia nella provincia mongola occidentale di Bayan-Ulgii. Facile dunque pensare che la carne di questo roditore sia responsabile anche di questo contagio.

Come si trasmette la peste

La peste bubbonica è una delle malattie infettive più letali della storia: quella di fine ‘800, partita proprio dalla Cina, uccise 12 milioni di persone.

A causarla è un batterio, il Yersinia pestis. Si trasmette attraverso le punture di pulci parassite di roditori, ratti, scoiattoli, marmotte e cani.

Può uccidere un adulto in meno di 24 ore se non viene presa in tempo, anche se viene curata con antibiotici facilmente disponibili.

Fonte foto: Ansa