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Il coronavirus in Italia prima di quanto si pensasse: lo studio

Secondo uno studio realizzato a Milano su uno screening per il tumore al polmone, il coronavirus circolava in Italia ben prima di febbraio

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Alcuni dati e ricerche avevano già suggerito che il nuovo coronavirus non fosse partito in Cina a dicembre. Ora però un nuovo studio dell’Istituto dei tumori di Milano e dell’università di Siena rivela che il virus Sars-Cov-2 circolava in Italia già a settembre 2019, dunque ben prima di quanto pensato finora.

La ricerca, firmata dal direttore scientifico dell’istituto milanese Giovanni Apolone e pubblicata sulla rivista Tumori Journal, è partita da uno screening per il tumore al polmone realizzato tra settembre 2019 e marzo 2020.

La diffusione dell’epidemia in Cina e poi l’arrivo in Italia a febbraio ha indotto i ricercatori dell’Istituto nazionale dei tumori, insieme ai colleghi delle università di Milano e Siena, a fare il test sierologico a tutti i campioni di sangue conservati.

Dalle analisi dei campioni di 959 persone, tutte asintomatiche, che avevano partecipato agli screening, è emerso che l’11,6% (111 su 959) di queste persone aveva gli anticorpi al coronavirus.

Tra questi 23 pazienti (il 14%) erano risultati positivi all’immunoglobulina già a settembre, 27 a ottobre, 26 a novembre, 11 a dicembre, 30 a gennaio e 21 a febbraio. I pazienti positivi provengono da 13 regioni, anche se oltre la metà (53,2%) dalla Lombardia, seguita da Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto.

Dei casi positivi, 6 sono risultati positivi anche agli anticorpi neutralizzanti il virus, 4 dei quali già a inizio ottobre. Secondo Apolone è questo il dato più significativo dello studio.

“La prevalenza si riduce – ha detto al Corriere della Sera – quando si guarda ai casi validati del test di neutralizzazione, pari a 6 positivi, di cui 4 in ottobre. Il dato rilevante è questo, non la proporzione di positivi, comunque suggestiva data la corrispondenza con le note prevalenze regionali”.

Lo studio conferma i sospetti sulla circolazione del virus in Italia ben prima del febbraio 2020. Già da novembre 2019 diversi medici avevano segnalato casi di bronchite bilaterale atipica, che era stata attribuita a forme aggressive di influenza stagionale. Secondo i risultati di questa ricerca è dunque probabile che quei casi fossero le prime avvisaglie del nuovo coronavirus.

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