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Coronavirus: "Circolava in Italia da gennaio, non eravamo pronti"

Lo ha dichiarato Luca Richeldi, pneumologo del Cts, durante la conferenza stampa della Protezione Civile

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il professor Luca Richeldi, del Comitato tecnico scientifico, è intervenuto durante la conferenza stampa della Protezione Civile, in cui il commissario per l’emergenza Covid-19 Angelo Borrelli ha annunciato i nuovi numeri della pandemia. L’esperto ha spiegato, come riporta l’Ansa, che in Italia “c’è stata una impreparazione inevitabile iniziale“.

“I primi dati molecolari ci dicono che circolava in Italia dai primi giorni di gennaio, e il primo caso diagnosticato è del 20 febbraio. Eravamo impreparati”, ha spiegato lo pneumologo. Sottolineando però che “non è colpa di nessuno ed è inutile recriminare”.

Il luminare ha sottolineato che “ci siamo trovati di fronte a una situazione senza precedenti, a un virus sconosciuto fino a 3 mesi fa”.

“I dispositivi di protezione individuale sono una base indispensabile per la protezione degli operatori, ma nelle ultime settimane gli ospedali si sono dotati anche di percorsi dedicati“, ha continuato l’esperto del Cts.

“Non ci aspettavamo così tanti malati e il virus ci ha trovato sguarniti negli ospedali, ora ci sono percorsi predefiniti per i pazienti Covid. Percorsi e procedure sono importanti quanto i dispositivi“, ha spiegato Luca Richeldi, come riporta l’Ansa.

“Il ministro della Salute e il presidente del Consiglio hanno chiuso le scuole nonostante i bambini non fossero colpiti dal virus”, ha osservato il membro del Cts. “In quel momento c’erano un po’ di casi a Codogno e un po’ di casi a Lodi, avevano chiuso lì” con l’istituzione delle zone rosse. “Con quel provvedimento abbiamo salvato tre quarti d’Italia“.

Riguardo il calo che si è verificato negli ultimi 3 giorni nel numero delle vittime e nei ricoveri in terapia intensiva, lo pneumologo ha dichiarato che “grandi cambiamenti nell’ordine del 10%-15%” dipendono dalle “misure messe in atto” e da un “sistema sanitario che sta rispondendo”.

“Non dobbiamo fermarci ai numeri, ma sono dati che devono far riflettere e ci incoraggiano nel messaggio che con i nostri comportamenti salviamo delle vite“, ha ribadito il medico.

“Mi associo all’importante messaggio del ministro della Salute Roberto Speranza. I dati sono un motivo per continuare a comportarci così, ma anche per essere più stretti. Visti risultati dobbiamo essere ancora più convinti nel rispetto delle misure”, ha spiegato il membro del Cts davanti ai microfoni dell’Ansa.

La battaglia è molto lunga, non dobbiamo abbassare la guardia. In particolare il calo dei deceduti e dei ricoveri in terapia intensiva danno dati solidi e concreti, che si riflettono sulla vita dei cittadini”, ha concluso lo pneumologo.

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