Coronavirus, "i giovani si infettano di più": parla Crisanti
Il virologo si è detto "perplesso" dall'app Immuni e ha invitato a non riaprire le discoteche
Gli anziani sono “più vulnerabili” al virus, ma “i giovani si infettano di più” e diffondono maggiormente la malattia: lo ha detto Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, parlando della possibilità di riaprire le discoteche. Secondo il virologo per impedire il contagio l’app Immuni non serve: “Sono soldi buttati”.
“Non riaprirei le discoteche”, ha detto Crisanti nel corso della trasmissione “Non è un paese per giovani” su Rai Radio2 dopo la proposta del governatore del Veneto Luca Zaia. “Perché dall’esperienza di Vò Euganeo sappiamo che sono principalmente i giovani che si infettano” e “diffondono la malattia“.
L’esperto ha aggiunto: “Non siamo usciti dall’epidemia. Anche se i numeri sono incoraggianti. È nostro dovere – ha spiegato – aggredire il virus testando e isolando le persone. I virus mutano. Il virus va considerato un insieme di ceppi, insomma stesso virus molte varianti”:
Se “nelle fasi iniziali dell’infezione sono avvantaggiate le varianti che hanno maggiore capacità virale”, in questo momento è “diminuita la carica virale, c’è meno quantità di virus in circolazione, ci si infetta con quantità ridotte di virus grazie alle protezioni e dunque anche la malattia è più leggera“.
Sulla questione anticorpi, Crisanti ha chiarito che “sono di due tipi: quelli che impediscono al virus di infettare le cellule dell’organismo e quelli che sono “in grado di proteggere da una successiva infezione”.
A sviluppare il secondo tipo di anticorpi è solo una percentuale di individui: “Su 100 persone solo 20 sviluppano questo tipo di anticorpi. Chi è stato molto male”.
La somministrazione del plasma, in tal senso, è sicura per il virologo ma c’è un problema: “È difficile da standardizzare in questo momento. Non ce n’è abbastanza”.
App Immuni, “soldi buttati” per Crisanti
Crisanti, infine, ha parlato anche dell’app Immuni dicendosi “perplesso”: “Se la scarica il 60% della popolazione – ha dichiarato -, avrà capacità di mostrare solo il 9% dei casi. Insomma una montagna di soldi buttati“.
“Il tampone – ha aggiunto parlando a Rai Radio 2 – non va fatto a tutta la popolazione italiana, sarebbe un errore operativo. I tamponi vanno fatti intorno ai casi positivi. Va usato come strumento di controllo”.