Coronavirus, "forse 10 infetti ogni positivo": l'ipotesi dell'Iss
Il direttore Rezza sui test sierologici: "Da prendere con cautela"
“C’è una sottostima intrinseca, non solo in Italia ma in tutti i Paesi, del numero dei casi e degli asintomatici. Tant’è vero che diciamo che per ogni caso che viene riportato dal sistema di sorveglianza ci sono magari 10 persone infette“. Queste le parole di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, riportate dall’Ansa.
Il direttore spiega che mentre “la sottostima della mortalità è una cattiva notizia, quella degli infetti è buona perché vuol dire che ci sono molte più persone infette che hanno superato la malattia. La sottostima dei casi non è il problema maggiore: l’importante è individuare i focolai e arginare il contagio”.
Rezza si sofferma sulle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali in cui i decessi di anziani provocati dal coronavirus “sono sottostimati, è inutile negarlo”. L’infettivologo sottolinea come “interventi di urgenza, training degli operatori e disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (dpi) sono molto importanti per arginare il fenomeno” dei contagi nelle Rsa.
Coronavirus, Rezza: “Positivi dopo due tamponi negativi? Casi eccezionali”
L’esperto, nella consueta conferenza stampa quotidiana alla Protezione civile, risponde a una domanda relativa a quanti risultino positivi dopo un doppio tampone negativo: “Le conoscenze sono cresciute moltissimo, ma ci sono ancora carenze informative. Una è sul periodo durante il quale una persona resta contagiosa. Nella maggior parte dei casi 14 giorni dalla comparsa dei sintomi e con doppio tampone negativo può essere rimessa in società, distanziata dagli altri”.
Ci possono però essere “casi eccezionali, una persona che resta positiva per più tempo oltre le due settimane. I casi di ritorno dell’infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto è’ contagioso”.
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Coronavirus, Rezza: “Test sierologici da prendere con cautela”
Infine, un passaggio sui test sierologici. “L’affidabilità è ben lungi dal 100%, per questo si stanno valutando vari test”.
Sull’ipotesi di un patentino di immunità, Rezza risponde che “se anche avessi un test anticorpale positivo non mi avvicinerei ad un’altra persona, potrebbe essere un falso positivo. I risultati dei test sierologici vanno presi con cautela“.