Covid, "farmaci per tumore potrebbero funzionare": la ricerca
La ricerca è in corso, a giorni potrebbe ricevere una conferma dai dati epidemiologici
Nuove speranze contro il coronavirus dai ricercatori di Padova: la Fondazione per la Ricerca biomedica avanzata (Vimm, Istituto Veneto medicina molecolare), in stretta collaborazione con l’Università di Padova, ha trovato un nuovo approccio farmacologico per fermare il Covid-19. Il gruppo di ricerca, riporta Il Gazzettino – è guidato dal professore di farmacologia Andrea Alimonti e ha sviluppato un’ipotesi (insieme ai docenti Francesco Pagano, Monica Montopoli e Sara Richter, virologa e microbiologa del Dipartimento di Medicina Molecolare) che lega il virus al cancro.
Alimonti spiega che “una delle proteine utilizzate dal coronavirus per infettare le cellule è l’enzima TMPRSS2, studiato come marcatore tipico del tumore alla prostata. E gli inibitori specifici sono utilizzati nella terapia oncologica. Alla luce delle evidenze che questa terapia è in grado di fermare lo sviluppo del tumore alla prostata, potrebbe rivelarsi efficace anche contro l’infezione da Sars-CoV-2“.
Per quel che riguarda i farmaci “c’è il camostat – aggiunge Alimonti al Manifesto -, attualmente disponibile solo in Giappone. Ma in Italia abbiamo la bromexina, farmaco molto comune usato contro la tosse. Costa pochi euro in farmacia ed è largamente disponibile”.
Per ora siamo nel campo delle ipotesi, ma anche all’ospedale di Whenzhou, in Cina, si sta pensando a una sperimentazione-pilota sulla bromexina per i malati di Covid.
Comunque, prima di avviarne una in Europa serviranno altre conferme. “Prima di tutto bisogna capire se l’inibitore usato per la prostata è in grado di bloccare l’enzima TMRPRSS2 anche nelle cellule del polmone, che sono quelle attaccate dal coronavirus – dice Alimonti -. Non abbiamo ancora conferme dirette che ciò avvenga nell’uomo, perché sono necessarie ricerche complesse che richiederanno più tempo. Gli esperimenti sui topi, tuttavia, confermano questa ipotesi”.
Un ulteriore dato conferma il ruolo importante dell’enzima TMPRSS2 nel Covid-19. Dato che il testosterone (un ormone maschile) ne stimola l’attività, l’enzima è più abbondante nei maschi. Questo potrebbe spiegare come mai le vittime tra gli uomini siano il doppio rispetto alle donne.
L’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) sta verificando, in una stretta collaborazione tra la Regione Veneto e l’Università di Padova, la percentuale di malati di tumore alla prostata tra i malati Covid-19. I risultati verranno pubblicati a breve.
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