Coronavirus, focolaio al Billionaire: l'incubo secondo Lopalco
Pierluigi Lopalco, epidemiologo, è tornato sul focolaio al Billionaire e sui problemi che sta causando alla sanità pubblica
Il focolaio del Billionaire ha attirato l’attenzione degli esperti. L’epidemiologo Pierluigi Lopalco, ai microfoni di La7, lo ha definito “un incubo per la sanità pubblica: 3 mila persone che sono state in un posto, sono state tracciate, ma poi si sono spostate e sono tornate nel proprio luogo di residenza. Si tratta di un lavoro enorme: bisogna rintracciare queste persone e bisogna fare un tampone“, ha dichiarato.
Focolaio Billionaire, Lopalco spiega come funziona il tampone
Ma come funziona il tampone? Lopalco ha spiegato come non si tratti solo del lavoro di un laboratorio: “Si tratta di infilare un tampone nel naso di un paziente, l’operazione richiede circa 5-10 minuti, moltiplicate per i 3 mila del Billionaire. Nel momento in cui si trova un positivo, bisogna attivare il contact tracing: le persone da tenere sotto sorveglianza e da sottoporre al tampone aumentano, con costi notevolissimi per il sistema sanitario“.
Inoltre può succedere che alcuni clienti diano dati falsi e quindi, in caso di necessità, non possano essere rintracciati: “Lasciare le proprie generalità al ristorante non è solo per senso civico – ha aggiunto – ma anche per sicurezza personale. Dare le generalità false non è una furbizia, è un’idiozia“.
Focolaio Billionaire, il problema dei dipendenti positivi
Lopalco ha anche spiegato la differenza tra rischio ipotetico e rischio reale: “Se ho dei fili scoperti di elettricità, quello è un rischio: qualcuno potrebbe prendersi la corrente. Se questi fili sono a quattro metri da terra, il rischio diventa ipotetico: nessuno fa un salto per toccarli. Se sono ad altezza uomo io posso prendermi la scossa”.
Una metafora per spiegare i pericoli degli assembramenti: “Oltre alla condizione di assembramento ci dev’essere la probabilità che arrivi un positivo, o più di uno, in quella situazione: ci saranno state delle situazioni potenzialmente pericolose in cui questo rischio non è espresso”.
C’è però un aspetto che preoccupa Lopalco: “Per quel che riguarda il Billionaire parliamo di dipendenti che si sono infettati. Certo, magari i clienti si passavano la bottiglia e avevano comportamenti un po’ strani, ma i dipendenti no, devono seguire regole precise. Ed è responsabilità del datore di lavoro di metterli in condizione di non correre rischi eccessivi: il fatto che si infetti un dipendente è diverso dal fatto che si infetti un ragazzo che è andato lì per ballare”.