Coronavirus, Consonni: promessa mantenuta, Sicilia tattuata
L'uomo bergamasco era stato portato in coma a Palermo dove è guarito, ora ha mantenuto la sua promessa
Ogni promessa è debito. Specie quando si tratta di vita o di morte. E allora detto fatto per Ettore Consonni, l’uomo originario della provincia di Bergamo che dopo essersi ammalato di coronavirus, essere stato portato in coma a Palermo e qui curato e guarito, ha deciso di tattuarsi la regione Sicilia sul fianco.
Ettore Consonni, 61 anni, è uno di quei bergamaschi che è riuscito a salvarsi dalla tragica fine che il coronavirus ha riservato a molti anziani in Lombardia e nella zona di Bergamo in particolare. Il 5 marzo scorso, in piena epidemia, si era sentito male: la corsa in ambulanza verso l’ospedale con il coronavirus che gli bloccava il respiro. Ma nelle rianimazioni lombarde non c’era posto, e così un aereo militare lo ha portato fino all’ospedale civico di Palermo. Dove è arrivato in coma e si è risvegliato dopo le cure del caso dei medici siciliani.
Al risveglio ha fatto una promessa: si sarebbe tattuato la Sicilia sul corpo non appena ripresosi del tutto. Ora ha mantenuto la sua promessa. L’uomo si è fatto disegnare sul torace l’Isola, con la Trinacria e i nomi dei cinque nipoti, dei tre figli, dei rispettivi compagni e della moglie. Un gesto di gratitudine nei confronti della Sicilia e, soprattutto, per tenere sempre con sé il ricordo di medici e infermieri che gli hanno salvato la vita.