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Coronavirus: Burioni e il farmaco degli anni 50. I dettagli

Il virologo ha parlato di un farmaco che potrebbe funzionare, di diagnostica e di utilizzo del plasma dai guariti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Roberto Burioni, ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, oltre a fare il punto della situazione ha portato buone notizie sul fronte farmaci. “Buone notizie stanno arrivando anche dal campo dei farmaci – ha detto -. C’è un farmaco che viene utilizzato come antiinfiammatorio in malattie come l’artite e che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti”.

Plaquenil, il farmaco ‘sorpresa’

“C’è poi una sorpresa strana di un farmaco degli anni Cinquanta e che si usava per la malaria, che si chiama Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace per inibire la replicazione del coronavirus della Sars. La cosa passò nel dimenticatoio. Ora si è provato a usarlo clinicamente e a sperimentarlo. Ci sono diversi studi in atto, lo abbiamo fatto anche noi al San Raffaele”, ha spiegato il virologo.

“Per bloccare il virus bisogna usare il Plaquenil prima e dopo  l’infezione – spiega Burioni -. Chiaramente questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza: i dati che abbiamo ottenuto suggeriscono che una sperimentazione clinica di questo farmaco dovrebbe essere svolta somministrando il farmaco non solo quando il paziente sta già male, ma già prima dell’infezione agli individui che sono a maggior rischio”.

Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra: mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili. In ogni caso, però, se uno studio clinico riuscisse a confermare che il Plaquenil è utile nel modo in cui questo studio suggerisce, ovvero associando profilassi e terapia, avremmo fatto un passo verso il ridimensionamento di questo virus. Un passo che, per esempio, potrebbe rappresentare una protezione in più per tutti i colleghi in primissima linea nella gestione clinica de pazienti infetti. Quanto grande sarà questo passo non possiamo saperlo, ma è di questi passi che è fatto il ritorno alla vita normale“.

Diagnostica: test in 15 minuti

“Sembra sia stato fatto un passo avanti nella diagnostica. Un’azienda statunitense serissima ha annunciato di avere a disposizione un test che viene fatto in 15 minuti”.

Utilizzo del plasma dai guariti

Un’altra notizia molto buona è legata a uno studio relativo all’utilizzo del plasma dei guariti che può migliorare le condizioni di chi sta male.

Il virologo ha spiegato che “prendere il sangue dai guariti non è semplice, ma significa che gli anticorpi dei guariti possono avere un effetto benefico: gli anticorpi monoclonali si possono produrre artificialmente e se il dato è confermato tra un anno e qualcosa avremo anticorpi monoclonali da somministrare. Inoltre, se il plasma ha effetto benefico e il dato è confermato, chi ha gli anticorpi avrebbe un certo grado di protezione“.

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