Coronavirus, Burioni chiaro: "Perché non è un'influenza"
L'immunologo, ospite alla trasmissione di Fabio Fazio, ha spiegato perché il coronavirus non è un'influenza
“Non dobbiamo prendere queste misure come una limitazione della nostra libertà. In realtà il dittatore è questo virus. Ci ha imposto cambiamenti di vita importantissimi e in questo momento dobbiamo fare Resistenza”.
Il virologo Roberto Burioni durante la trasmissione ‘Che tempo che fa’ su Raidue ribadisce ancora una volta la necessità di un cambiamento di vita per gli italiani. “Ci troviamo in una situazione complicata, non dobbiamo nascondere o minimizzare, l’unico modo per rallentare l’epidemia è rallentare i contatti“.
“Questo virus non è un’influenza, ora è sotto gli occhi di tutti, centinaia di morti, rianimazioni strapiene. Paragonare questo virus a un’influenza è paragonare un petardo a una bomba a mano“, avverte.
“Un’altra cosa non vera è che non si muore per il coronavirus ma con il coronavirus. Invece si muore per il coronavirus. Muoiono di più le persone deboli ma non bariamo con le parole, perché poi induciamo la convinzione che questa malattia riguarda solo anziani e malati. Non è vero. Si stanno saturando le terapie intensive”.
“Quando non ci sono più posti anche un giovane di 25 anni magari con un incidente non lo possiamo curare. Per rallentare questa epidemia possiamo solo rallentare i contatti. Si esce di casa solo per l’indispensabile e quando si esce si sta attenti; questo è necessario soprattutto nelle regioni in cui non c’è ancora stata un’esplosione dei casi. Queste misure non sono una limitazione della nostra libertà. Dobbiamo fare resistenza, come partigiani, contro questo dittatore, questo virus”.