Coronavirus, a Genova scende in piazza la comunità cinese
Commercianti e ristoratori in ginocchio: "È ora di reagire contro la psicosi"
L’emergenza Coronavirus continua a tenere banco in tutto il mondo. I numeri sono preoccupanti, gli episodi di contagio aumentano di giorno in giorno ma la comunità cinese prova a correre ai ripari e scende in piazza contro questa “psicosi”. Il presidente della comunità cinese di Genova, Giorgio Wong, ha annunciato che il 14 febbraio si terrà una manifestazione proprio nel capoluogo ligure per dire basta a questa forma di diffidenza: «È arrivato il tempo di reagire, queste paure stanno mettendo in ginocchio il commercio, la diffidenza si è trasformata in discriminazione e intolleranza. Mi hanno informato di episodi di bullismo nelle scuole, soprattutto alle medie, dove alcuni bambini cinesi sono stati presi di mira con frasi del tipo “sei malato, vattene via” o addirittura isolati e spintonati dai compagni». Parole dure quelle di Giorgio Wong che successivamente analizza anche la situazione attuale: «Il terrore del contagio, alimentato da pregiudizi e informazioni sbagliate, sta portando i genovesi a tenersi lontani da tutto ciò che ha una parvenza asiatica. La situazione è pericolosa perché vuol dire che nelle famiglie non vengono date informazioni corrette, anche se i casi in Italia si contano sulle dita di una mano. A Genova c’è stato un crollo del commercio del 70% che ha colpito non solo il settore della ristorazione, ma anche dell’abbigliamento. In molti stanno lasciando il personale a casa a rotazione per salvarsi dal fallimento, applicando una sorta di part-time». Infine lancia un messaggio: «Non abbiate paura di noi»
Non solo il presidente Wong. Sull’argomento infatti è intervenuto anche Zhu, responsabile del locale Sushi Si: «Sono stato costretto a chiudere la sera e se continua così dovrò ridurre ancora di più gli orari e il personale». Il titolare di Hito Sushi invece ha informato la clientela appendendo un cartello fuori dal proprio ristorante: «I nostri dipendenti cinesi sono residenti in Italia e non frequentano il territorio cinese da tempo. La sicurezza dei clienti è al cuore di tutto ciò che facciamo: prevenzione e controllo sono le nostre priorità, i nostri fornitori sono italiani».
In difesa della comunità cinese sono intervenuti anche alcuni utenti che sui social hanno commentato: «Mi vergogno davvero di tanta stupidità», «L’ignoranza non si estingue mai», «Spero che un giorno creeranno l’antidoto contro la stupidità».