Coronavirus, Niccolò è partito per l'Italia: ecco come viaggia
Il giovane 17enne di Gorizia bloccato in Cina rientrerà in Italia sabato viaggiando in 'alto biocontenimento', un protocollo di massima sicurezza
Niccolò torna a casa. Lo studente 17enne di Gorizia rimasto per due volte bloccato a Wuhan dopo l’epidemia del coronavirus è partito per l’Italia. Il giovane, come riporta l’Ansa, è riuscito al terzo tentativo a superare i controlli medici ed è salito a bordo dell’aereo dell’Aeronautica militare italiana che è decollato in piena notte per riportarlo in patria.
Sabato 15 febbraio Niccolò sbarcherà in Italia, all’aeroporto di Pratica di Mare, dove ad attenderlo ci sarà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il 17enne verrà poi accompagnato all’Istituto Spallanzani di Roma dove sarà ricoverato e dove rimarrà per la quarantena. Come riporta l’Ansa, il giovane è in buone condizioni e, dopo i test effettuati, è risultato negativo al coronavirus.
Coronavirus, Niccolò torna in Italia
Il suo rientro in patria avverrà seguendo le procedure previste per il trasporto dei pazienti in ‘alto biocontenimento‘, grazie all’allestimento del Boeing dell’Aeronautica Militare. Si tratta di un protocollo di massima sicurezza di cui si sentì parlare per la prima volta durante l’emergenza Sars.
Tale protocollo entrò effettivamente in vigore nel 2005. Oltre all’Aeronautica militare, solo la Royal Air Force e l’Aeronautica Usa sono in grado di metterlo in pratica.
Il primo intervento di questo tipo risale al gennaio del 2006 e fu svolto con un C-130J, per un paziente affetto da una grave forma di tubercolosi polmonare resistente a ogni trattamento farmacologico.
E ancora, nel 2014 in biocontenimento è rientrato dalla Sierra Leone Fabrizio Pulvirenti, durante l’epidemia di Ebola.
Cos’è un sistema Ati
L’evacuazione in biocontenimento è possibile grazie a dei sistemi Ati (Aircraft transport isolator) che medici e infermieri hanno imparato a usare nell’Istituto di malattie infettive dello Us Army nel Maryland.
La squadra a bordo dell’aereo risulta così formata: un team leader (ufficiale superiore medico con il compito di coordinare la missione), almeno due ufficiali medici (anestesista e infettivologo) e 6 sottufficiali (Supp. Sanità per assistere il malato e per l’esecuzione delle procedure di trasporto).
Sostanzialmente il sistema Ati è costituito da un telaio (rigido o semi rigido), da un involucro in PVC (cosiddetto envelope) che permette l’osservazione e il trattamento del paziente in isolamento, da un motore alimentato a batterie che consente di mantenere all’interno una pressione negativa e da filtri ad alta efficienza che impediscono, in entrata ed uscita, il passaggio di micro particelle potenzialmente infette.
Il sistema può essere sfruttato non solo dai Boeing ma anche dai C130j e dai C27j, oltreché dagli elicotteri HH139 e HH101. Inoltre, l’isolamento del paziente si mantiene costante anche quando l’aereo atterra. Ciò è possibile per via del sistema terrestre Sti (Stetcher transit isolator), che è necessario per trasferire il soggetto dall’aereo all’ambulanza.