Coprifuoco posticipato, cosa ne pensa Pregliasco: la sua proposta
Il virologo Fabrizio Pregliasco ha parlato del coprifuoco, proponendo una possibile revisione nelle prossime settimane
“Ampliare o togliere il coprifuoco è sicuramente una facilitazione alla mobilità che è l’elemento determinante per la diffusione del virus: stando più in giro, si aumenta la probabilità dell’infezione attraverso un incremento del numero di contatti”. Lo ha detto il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, intervenuto ad “Agorà” su Rai3, confermando il suo parere positivo sul mantenimento del coprifuoco alle 22, almeno per il momento.
“L’evidenza scientifica sull’effetto del coprifuoco non è forte” di per sé, ha spiegato l’esperto, e “non si può proprio arrivare a definire la differenza tra 22 e 23”.
C’è però un altro elemento significativo da valutare: l’allentamento delle misure anti contagio ha anche “un valore psicologico“. Pregliasco ha usato la metafora di una molla: “Dobbiamo lasciarla andare lentamente, evitando un effetto esplosivo”.
“Io dico – ha proposto – in questo momento, in cui l’apertura deve essere progressiva, di valutare l’elemento nel breve, nell’arco di una settimana o meglio 15 giorni per capire come le cose evolvono e aprire poi a uno step successivo”.
“Siamo in una situazione buona, con dati in calo da 5 settimane. Però purtroppo abbiamo ancora tanti decessi e soprattutto una grande massa di persone positive, più di mezzo milione”, ha affermato Pregliasco.
“Le riaperture erano auspicate, richieste, desiderate”, ha sottolineato il virologo, ma “temo che un prezzo da pagare con queste aperture lo avremo comunque, e questo prezzo sarà un rialzo nel numero di casi“.