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COP27 2022 a Sharm el-Sheikh: obiettivi e temi della conferenza su clima e ambiente. Ma la strada è in salita

Per COP27 Sharm el sheikh è stata blindata. Il paradiso sul Mar Rosso ospita la 27esima conferenza internazionale su ambiente e cambiamenti climatici

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COP27 inizia domenica 6 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto. Si tratta della 27esima Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici.

Le problematiche ambientali e le crisi umanitarie che ne derivano terrano banco fino alla cerimonia di chiusura prevista per il 18 novembre.

COP è l’acronimo della dicitura inglese ‘Conference Of The Parties’. Alla conferenza partecipano i paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Alla COP27 saranno presenti i delegati di 200 nazioni.

La sfida è quella di tradurre in impegni concreti i buoni propositi in materia di salvaguardia dell’ambiente.

Sfida complicata dall’intricatissima situazione geopolitica, con un’economia mondiale che risente ancora degli strascichi della pandemia da coronavirus, una guerra in pieno svolgimento fra Ucraina e Russia, la crisi alimentare ed energetica e le crescenti tensioni fra Usa e Cina.

Appuntamento comunque irrinunciabile e non rimandabile dato l’innalzamento lento e costante delle temperature negli ultimi anni.

Fra gli esperti di tematiche ambientali più di una voce concorda sul fatto che il mondo sia sul punto di non ritorno.

Quest’anno, con l’appuntamento di Sharm El Sheikh in Egitto, COP torna in Africa (dopo COP7 a Marrakech, COP12 a Nairobi, COP17 a Durban e COP22 nuovamente a Marrakech).

L’auspicio dei paesi africani è quello che le nazioni ricche e industrializzate mostrino maggiore sensibilità nei confronti delle popolazioni che per prime risentono dei cambiamenti climatici ovvero, in primis, di siccità, desertificazione e carestie.

COP27 2022 a Sharm el-Sheikh: obiettivi e temi della conferenza su clima e ambiente. Ma la strada è in salitaFonte foto: 123rf
COP27, il logo ufficiale.

E che traducano questa sensibilità in atti concreti. L’attenzione è puntata sulla promessa di quei 100 miliardi di dollari all’anno già annunciati per la gestione delle crisi ambientali e climatiche.

COP27: ridimensionare le aspettative?

L’Inviato speciale italiano per il cambiamento climatico Alessandro Modiano, però, invita a fare un bagno di realtà: “La COP27 di Sharm el-Sheikh deve salvaguardare gli obiettivi sul clima fissati alla COP26 di Glasgow. Già questo sarebbe un successo, perché al G20 abbiamo visto una forte propensione a fare marcia indietro”.

Così si è espresso Modiano nel corso di un recente webinar organizzato dal progetto ‘Ecco, think tank italiano per il clima’.

Il vademecum del World Economic Forum

Il World Economic Forum ha definito un vademecum di 5 punti fondamentali che giudica imprescindibili e che, auspica, saranno  affrontati dalla COP27:

  • Natura, ovvero uso del suolo, deforestazione, protezione degli ecosistemi terrestri e oceanici;
  • Cibo, ovvero prezzi delle materie prime, crisi alimentari e produttività dei terreni;
  • Acqua, cioè inondazioni e siccità;
  • Decarbonizzazione, cioè ridurre le emissioni di carbonio sia per quanto riguarda i trasporti che per quanto riguarda la creazione di città e sistemi produttivi a basse emissioni;
  • Adattamento climatico, ovvero riconoscere che, secondo la stima del WEF, 3.3 miliardi di persone vivono oggi in contesti vulnerabili ai cambiamenti climatici e che milioni di persone vivono attualmente come sfollati in seguito a catastrofi naturali.

Come seguire COP27

Come avviene ogni anno, anche gli appuntamenti della conferenza COP27 riceveranno una copertura capillare da parte dei media.

Ma chi lo desiderasse può anche seguire COP27 tramite il sito web ufficiale. Disponibili notizie, il programma ufficiale e una serie di materiali. Disponibile anche una app di COP27 per Android e una app per iOS.

COP27, Sharm El Sheikh blindata

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi teme che la COP27 possa accendere le proteste anti governative e ha blindato Sharm El Sheikh, escluso le Ong per i diritti umani e limitato gli accrediti. La società civile è di fatto tagliata fuori dall’evento.

Il presidente al-Sisi ha garantito che all’interno di quella che è di fatto una cittadella militarizzata saranno garantiti degli appositi spazi affinché gli attivisti possano manifestare.

Ma le Ong lo considerano poco più che un contentino.    

Le richieste delle organizzazioni non governative

Alle richieste di allentare la morsa sui cittadini egiziani e di garantire la libertà di manifestare il proprio pensiero aderiscono 36 Ong di tutto il mondo, fra cui Amnesty International.

Le Ong chiedono che venga permesso di manifestare su tutto il territorio nazionale e non solo negli spazi e nei tempi concessi dal Governo.

Le organizzazioni non governative chiedono anche che vengano abolite le leggi egiziane che consentono di sciogliere con la violenza le manifestazioni pacifiche e di arrestare in massa i partecipanti.

Greta Thunberg non andrà a COP27

Salvo improbabili colpi di scena dell’ultimo minuto, l’eco-attivista svedese Greta Thunberg alla COP27 non ci sarà. Le critiche che Greta Thunberg muove al summit internazionale sono essenzialmente due: quella di essere stata organizzata in un paese che reprime i diritti civili e quella di fare una mera operazione di facciata.

Si tratta di una notizia, perché l’attivista è stata alla conferenza COP24 in Polonia, alla COP25 in Cile e alla COP26 a Glasgow.

“Non andrò alla COP27 per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest’anno è molto limitato”, ha recentemente detto Greta Thunberg nel corso della presentazione del suo ultimo libro a Londra.

E ancora: “Questi eventi sono usati principalmente dai leader politici e dalle persone di potere come opportunità per ottenere attenzione e mettere in atto molti tipi differenti di greenwashing”.

Le conferenze COP, ha aggiunto la Thunberg, “non intendono realmente cambiare l’intero sistema”, ma incoraggiare progressi graduali e “per come stanno le cose questi incontri non funzionano davvero, a meno che naturalmente tutti noi non li utilizziamo come opportunità per mobilitarci”.

Greta Thumberg è fra i firmatari di una petizione che intende sfruttare l’attenzione mondiale per la COP27 al fine di chiedere al governo egiziano di scarcerare i dissidenti politici.

Giorgia Meloni alla COP27

Lunedì 7 e martedì 8 novembre anche il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni sarà presente alla COP27.

Ad eccezione di Matteo Renzi che nel 2015 partecipò alla conferenza di Parigi, è la prima volta negli ultimi dieci anni che un premier italiano (di estrazione politica) partecipa a un evento internazionale sul clima.

La settimana successiva Meloni sarà a Bali per il G20 nei giorni 15 e 16 novembre.

Proteste per Coca Cola alla COP27

Ad alimentare ulteriori polemiche legate alla COP27 c’è anche il caso Coca Cola. La multinazionale americana è lo sponsor ufficiale della COP27. Il governo egiziano ha posto l’accento sugli sforzi sostenuti da The Coca-Cola Company per ridurre le emissioni di gas serra.

Ma gli ambientalisti sono andati all’attacco accusando Coca Cola di essere uno dei più grandi inquinatori di plastica al mondo.

Fra le numerose voci ambientaliste contro questa sponsorizzazione c’è quella di Greenpeace.

John Hocevar, funzionario di Greenpeace USA, ha rilasciato una dichiarazione al giornale britannico ‘The Guardian’: “È sconcertante che Coca Cola, il più grande inquinatore di plastica al mondo in tutti gli audit globali di Break Free From Plastic, sponsorizzi la Conferenza delle parti dell’UNFCCC di quest’anno in Egitto”.

“Coca Cola – continua John Hocevar – produce 120 miliardi di bottiglie di plastica usa e getta all’anno e il 99% della plastica è prodotto da combustibili fossili, peggiorando sia la crisi della plastica che quella climatica”.

Il caso Coca Cola è anche arrivato al Parlamento europeo, con un’interrogazione dell’europarlamentare Piernicola Pedicini del partito I Verdi/Alleanza Libera Europea.

Fiore nel deserto Fonte foto: 123RF
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