Giuseppe Conte, lo sfogo contro "un pezzo di Stato": retroscena
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è lamentato contro un "pezzo di Stato che rema contro il governo"
Torna alta la tensione nel governo: nel pieno dell’organizzazione degli Stati Generali dell’economia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si sarebbe lamentato dei ritardi dei ministeri, degli ostacoli ai pareri che ha chiesto e delle molte resistenze che sta incontrando il suo decreto legge su semplificazioni, appalti e infrastrutture. Queste le parole pronunciate dal premier, come riporta il ‘Corriere della Sera’: “C’è un pezzo di Stato che rema contro il governo“.
Intanto, regna ancora l’incertezza sugli inviti agli Stati Generali dell’economia in programma a Villa Pamphili a Roma ma, soprattutto, non si sa ancora quando inizieranno (potrebbero slittare di un giorno, a venerdì) e quanto dureranno (potrebbero durare cinque giorni e non tre come previsto inizialmente).
Si discute anche del piano Colao per la Fase 3 presentato nelle scorse ore e giudicato “deludente” da molti ministri.
Stando a quanto riferito dal ‘Corriere della Sera’, anche se il Pd ha detto lunedì che lo copre politicamente, fonti del governo lamenterebbero che “non ha saputo indicare un suggerimento concreto per risolvere la crisi che sta attraversando il Paese. Troppo poco per un alleato che si ritiene centrale”.
A Palazzo Chigi, intanto, lunedì sera si sono riuniti i capi delegazione della maggioranza e Conte e il ministro Gualtieri hanno illustrato un documento base che hanno predisposto durante la giornata in vista degli Stati Generali dell’economia.
Conte ha promesso che arriverà all’appuntamento con il documento concordato con Gualtieri che incrocia anche il Piano nazionale delle riforme.
Piano Colao trapelato: la nuova polemica
Un’ulteriore polemica ha scosso il governo nelle scorse ore: dopo che nel tardo pomeriggio di lunedì era emerso il malcontento di diversi ministri per aver letto il testo del Piano Colao dalle agenzie di stampa, non avendo ricevuto ancora il documento, il premier Conte, durante il vertice con i capi delegazione della maggioranza, ha messo in chiaro che la fuga di notizie non era riconducibile a Palazzo Chigi. Lo ha riportato ‘Adnkronos’.