Conte e la scorta alla compagna: Lamorgese racconta come è andata
La ministra Luciana Lamorgese è intervenuta durante il question time alla Camera per riferire sulla questione della scorta di Conte alla compagna
Giuseppe Conte è stato iscritto nel registro degli indagati: l’ipotesi di reato è che il premier abbia prestato la sua personale scorta alla compagna, Olivia Paladino, ‘assediata’ da una troupe delle Iene. L’accusa sarebbe quindi di peculato, sul fatto sta indagando la Procura di Roma dopo l’esposto di Fratelli d’Italia. Il Viminale ha già fornito la versione dei fatti attraverso una nota, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese è comunque intervenuta durante il question time alla Camera per rispondere alle domande dei deputati.
Conte e la scorta alla compagna: le parole della ministra Lamorgese
La ministra ha spiegato che Olivia Paladino è apparsa “turbata” dopo essere uscita dal supermercato in cui era stata raggiunta da una troupe delle Iene. Il titolare del negozio avrebbe chiesto l’intervento di un operatore della scorta del presidente del Consiglio, che avrebbe riaccompagnato la donna per poche decine di metri verso l’abitazione in cui, in quel momento, era presente Giuseppe Conte. Per questo la scorta si sarebbe trovata all’esterno sia della casa, sia del supermercato.
Luciana Lamorgese ha poi aggiunto che la persona a cui Olivia Paladino ha lasciato la borsa prima di uscire dal negozio non sarebbe un agente della scorta, ma uno dei titolari dell’esercizio commerciale.
La ministra ha aggiunto che la troupe delle Iene ha continuato “comunque a seguire la signora Paladino e a porre insistenti domande senza tenere conto del turbamento e della sua volontà di non rilasciare dichiarazioni, desistendo solo a pochi metri dall’abitazione”.
Conte e la scorta: come è nata l’indagine e cosa succede adesso
A sollevare i dubbi sulla condotta del premier era stata Roberta Angelilli di Fratelli d’Italia, in un esposto inviato alla Procura di Roma, lamentando “un uso improprio della scorta”.
Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Carlo Villani, dopo aver ascoltato l’inviato delle Iene Filippo Roma e acquisito alcuni video, hanno iscritto il premier Giuseppe Conte nel registro degli indagati per peculato, trasmettendo gli atti al Tribunale dei ministri.
Il reato ipotizzato, peculato, potrebbe però trasformarsi in abuso d’ufficio.
La palla adesso passa ai giudici: avranno 90 giorni per svolgere le indagini. L’ipotesi più probabile però resta quella dell’archiviazione.