Conte attacca Draghi sulla frase della "pace e dei condizionatori": "La questione non è così manichea"
Giuseppe Conte e Carlo Calenda critici nei confronti di Mario Draghi dopo la frase sui "condizionatori e la pace"
Mario Draghi, nella giornata di ieri, in merito alle sanzioni dell’Ue alla Russia – sanzioni su cui l’Italia è perfettamente allineata -, ha posto una sorta di aut aut mal digerito da alcuni esponenti politici. Tra questi Giuseppe Conte e Carlo Calenda, che hanno criticato le parole del numero uno di Palazzo Chigi.
Conte contro Draghi: “Pace o condizionatori accesi? Non credo che sia proprio così”
“Pace o condizionatori? Non porrei questo interrogativo in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazione creda che se rinuncia ai condizionatori poi ottiene sul piatto la pace. Non credo che sia proprio così”. Così il leader del M5s Giuseppe Conte, lasciando Montecitorio dopo una riunione con i parlamentari del Movimento.
L’ex premier ha naturalmente fatto riferimento a quanto esternato nelle scorse ore dall’attuale presidente del Consiglio che si è pronunciato in questi termini in merito alle sanzioni inflitte a Mosca per tentare di arrivare ad un cessate il fuoco: “Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre”.
“Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas – ha aggiunto Draghi -, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”.
Carlo Calenda critica Draghi: “Per certe decisioni si devono avere le spalle larghe”
Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha trovato la presa di posizione dell’ex numero uno della Bce non troppo azzeccata. “La questione dell’aria condizionata è mal posta dal premier — ha sostenuto Calenda intervenendo al programma Omnibus in onda su La7 —. Il problema non sono i consumi interni, il problema è la produzione industriale che va a farsi benedire”.
“Il Paese va in ginocchio, ci sono milioni di persone licenziate e l’appoggio delle persone alle sanzioni diventerà molto flebile. Quando sei in condizione di guerra le iniziative che si prendono devono avere le spalle larghe per essere sostenute”, ha concluso il leader di Azione.
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