Contagi Covid, Bassetti contro il bollettino: "Non ha senso. E basta tamponi o l'Italia andrà in lockdown"
Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del San Martino di Genova, ha criticato la pratica del bollettino e i tanti tamponi: il motivo
Matteo Bassetti, ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha parlato della situazione epidemiologica in Italia, ma non solo. Il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, ha criticato il bollettino sui contagi Covid e ha invitato a non fare più tanti tamponi per evitare di fermare il Paese: “Rischiamo un lockdown psicologico e sociale”.
- Bassetti sui contagi Covid e le scuole
- Bassetti contro il bollettino sui contagi Covid: "Rischiamo il lockdown"
- La soluzione sui tamponi secondo Bassetti
- Quanti contagi giornalieri ci sono secondo Bassetti: "Da pandemia a endemia"
Bassetti sui contagi Covid e le scuole
Per Bassetti la scelta di Draghi di riaprire le scuole è stata giusta: “Sarebbe stato incomprensibile chiuderle. I ragazzi trascorrono a scuola 5 ore della loro giornata, poi vanno ai giardinetti, all’oratorio, in piscina, in palestra, vanno a mangiare la pizza”.
“Se nessun Paese in Europa ha deciso di chiudere le scuole, non è che noi possiamo pensare di essere i più furbi del reame: cerchiamo di guardare anche fuori, perché in questa pandemia abbiamo fatto delle cose fatte bene, ma anche tante fatte male”, ha aggiunto.
Bassetti contro il bollettino sui contagi Covid: “Rischiamo il lockdown”
Bassetti si è poi scagliato contro il bollettino: “Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. Bisogna anche finirla col report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero”.
Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova
“Che senso ha dire che abbiamo 250 mila persone che hanno tampone positivo?”, si è chiesto Bassetti in maniera retorica.
Poi ha aggiunto: “Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Da una parte sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così. Nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà”.
La soluzione sui tamponi secondo Bassetti
Secondo Bassetti la prima cosa da fare sarebbe “sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo”.
“Bisogna capire se la pressione sugli ospedali è da polmonite da Covid oppure se è dovuto all’enorme numero di tamponi che viene fatto. Ci vorrebbe una distinzione molto chiara. Bisognerebbe ascoltare un po’ di più i medici. Oggi questo virus per la maggioranza dei vaccinati dà una forma influenzale. Gli ospedali sono pieni di non vaccinati, che devono vaccinarsi. Nella gestione della pandemia ci vuole un cambio di passo necessario e urgente”, ha precisato.
Quanti contagi giornalieri ci sono secondo Bassetti: “Da pandemia a endemia”
Per quel che riguarda l’andamento dei contagi, ai microfoni dell’Adnkronos Bassetti ha aggiunto che “il virus corre a prescindere da quello che riusciamo a fare. Lo vediamo, arriveremo a 300 mila positivi al giorno, ma il sommerso di casi è almeno 2-3 volte di più”.
“La pandemia – ha proseguito si sta trasformando in endemia: dobbiamo cambiare strategia”. Per esempio, ha spiegato, la Spagna si sta preparando a gestire la pandemia come un’influenza “e non vedo grosse differenze con l’Italia. Dobbiamo cercare di cambiare la testa di chi ci governa soprattutto nell’ambito della ministero della Salute con meno teoria e più pratica. Anche l’Italia è pronta a svoltare da pandemia a endemia. Ci sono però troppe leggi, leggine, lacci e lacciuoli, che ci stanno complicando la vita in maniera impressionate. L’Italia con un cambio di passo segua il modello spagnolo”.
“Abbiamo quasi il 90% degli italiani che sono vaccinati o guariti dall’infezione, e in questi giorni con l’aumento imponente dei contagi più e più persone si stanno proteggendo anche in maniera naturale dall’infezione. Siamo quindi vicino all’immunità di gregge. Dobbiamo finire di fare alcune cose che andavano bene un anno fa, oggi non vanno bene più”. E poi ha stilato un elenco delle cose da fare e da eliminare:
- il report giornaliero dei contagi “che francamente non fa altro che mettere ansia a chi lo legge”;
- “non ha più senso tamponare gli asintomatici, concentriamoci su chi ha i sintomi come si fa con l’influenza”,
- “classifichiamo come casi Covid solo chi ha una polmonite, ascoltando i medici”;
- “corriamo con le terze dosi”;
- “mettiamo l’obbligo vaccinale per chi ancora non si è immunizzato perché sono queste le persone che affollano gli ospedali”;
- occorre infine “avvantaggiare i vaccinati rispetto ai non immunizzati intervenendo sulla durata delle quarantene”.