Confessione della 18enne che ha ucciso il padre a Nizza Monferrato: "Sono sconvolta, ma ci picchiava sempre"
Nizza Monferrato: figlia uccide il padre esperto di arti marziali e racconta che in famiglia l'uomo era violento
Makka, 18 anni e mezzo, è sconvolta. La ragazza, venerdì sera, ha confessato ai carabinieri di Canelli l’omicidio del padre Akhyad Sulaev, 50 anni, un operaio di origini cecene esperto di arti marziali.
L’uccisione è avvenuta a Nizza Monferrato (Asti), tra le mura domestiche dell’appartamento in via San Giovanni. La figlia, al culmine dell’ennesima lite familiare, ha afferrato un coltello e ha ferito mortalmente il genitore all’addome.
- Omicidio a Nizza Monferrato, figlia: "Papà ci picchiava, ma non volevo ucciderlo"
- Le indagini
- La confessione: "Voleva che mia madre si licenziasse"
Omicidio a Nizza Monferrato, figlia: “Papà ci picchiava, ma non volevo ucciderlo”
“Sono disperata, non volevo. Mio padre è esperto di arti marziali, ci ha sempre picchiate: venerdì alle 18, quando mamma è tornata a casa hanno iniziato a litigare in cucina, l’ha aggredita per l’ennesima volta”. Così Makka agli agenti dell’Arma che hanno raccolto la sua confessione.
“Voleva che mamma lasciasse il lavoro – ha aggiunto la giovane -. Io sono intervenuta per difenderla e ha picchiato anche me. Mi ha inseguita in camera e mi ha preso a pugni. Mi sono difesa, ma non volevo fare quello che ho fatto”.
Dunque il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare nel clima infernale che ci sarebbe stato in famiglia che è interamente musulmana.
Dopo l’arresto Makka è stata trasferita in una struttura protetta in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà lungo la giornata di lunedì 4 marzo.
Le indagini
Nel frattempo proseguono le indagini dei carabinieri di Canelli, coordinate dal pm di Alessandria Andrea Trucano. Si sta cercando di fare totale chiarezza su che cosa avvenisse nel nucleo familiare prima dell’omicidio.
Sulaev è stato ucciso con un coltello da cucina. Presenti in casa quando si è consumata la tragedia anche la sorella quattordicenne di Makka e i suoi due fratelli minori di 12 e 11 anni.
Makka, con ottimi risultati, frequenta il terzo anno del liceo scientifico e nel fine settimana lavora in un ristorante di Nizza Monferrato dove è impiegata anche la madre. Il padre invece faceva il muratore. “Venerdì aveva perso per l’ennesima volta il lavoro”, ha spiegato Makka agli investigatori.
La confessione: “Voleva che mia madre si licenziasse”
“Papà ci ha sempre picchiate – ha ribadito Makka, assistita dall’avvocato Massimo Sfolcini – in Cecenia, quando ero più piccola, era anche peggio. È esperto di arti marziali ed è molto religioso. Venerdì voleva che mia madre si licenziasse, hanno iniziato a discutere, mamma gli ha detto: “Ma così come facciamo ad andare avanti?”. La lite poi è degenerata, finendo in tragedia, con l’uomo che ha perso la vita.