Condannata per droga l’hostess italiana Ilaria De Rosa, dovrà scontare sei mesi in carcere in Arabia Saudita
Confermata la condanna a sei mesi per l'hostess Ilaria De Rosa, arrestata il 4 maggio in Arabia Saudita per consumo e spaccio di droga
È stata confermata la condanna per l’hostess Ilaria De Rosa: dovrà restare in carcere in Arabia Saudita per sei mesi. L’appello di giovedì 17 agosto ha confermato la sentenza per possesso e spaccio di stupefacenti della giovane 23enne. Nessun sconto di pena, ma l’accusa in Arabia Saudita viene solitamente punita con la pena di morte. De Rosa dal 4 maggio, giorno dell’arresto, si continua a definire innocente.
Confermata la condanna
Giovedì 17 il Tribunale di Riad ha confermato la condanna di primo grado a Ilaria De Rosa. La giovane hostess era stata condannata per possesso e spaccio di stupefacenti (in Arabia Saudita non si fa distinzione tra i due reati). Si tratta di un’accusa grave e che nel Paese viene punita con la pena di morte.
La prima sentenza ha chiesto per l’hostess sei mesi di reclusione e l’espulsione dal Paese dove De Rosa abitava da appena tre mesi: Gedda. Infatti la giovane si era trasferita da poco per seguire il suo lavoro con la compagnia aerea lituana Avion Express.
Gedda, città portuale sul Mar Rosso in Arabia Saudita
Le indagini
La condanna, giunta in seguito alle indagini della polizia che aveva trovato sulla giovane uno spinello, ha negato la versione di De Rosa. L’hostess ha continuato a dichiararsi innocente. Secondo la ricostruzione di Ilaria De Rosa infatti la sigaretta simpatica non era sua e soprattutto non ne avrebbe fatto uso.
A conferma della ricostruzione di De Rosa, durante la prima udienza, alcuni coetanei fermati insieme a lei si erano assunti la responsabilità. La confessione di questi, che avevano confermato di essere i possessori della droga (hashish), non è bastata a scagionare De Rosa.
Consumo e spaccio di droga in Arabia Saudita
In Arabia Saudita la punizione per uso e spaccio di droga è severa. Nel Paese infatti la legge in vigore è quella islamica e anche le punizioni derivano da questa. L’uso o la detenzione può essere punito con la deportazione o la pubblica fustigazione; mentre il traffico di sostanza stupefacenti può essere punito anche con la pena di morte (stessa pena a Singapore per il caso di Saridewi Djamani).
Fin da subito il caso di Ilaria De Rosa ha destato grande preoccupazione, ma grazie al lavoro diplomatico tra i due Paesi la giovane ha ricevuto una condanna lieve di appena sei mesi.