Batterio killer nel rubinetto dell'ospedale: morti 4 neonati
All'ospedale di Verona sono morti 4 neonati e 9 sono rimasti cerebrolesi per colpa di un batterio trovato nel rubinetto del reparto: cosa è successo
In due anni ha ucciso quattro neonati all’ospedale di Verona: è il Citrobacter, un batterio che era annidato nel rubinetto del lavandino, usato dal personale di terapia intensiva per prendere l’acqua da dare ai piccoli insieme al latte. Lo ha stabilito la relazione, ripresa dall’Ansa, consegnata alla Regione Veneto da Vincenzo Baldo, professore di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova e coordinatore della commissione di verifica nominata a giugno dal direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan. Oltre alle quattro vittime (Leonardo, Nina, Tommaso e Alice), il batterio killer ha colpito in tutto 96 bambini, lasciandone cerebrolesi nove.
Batterio killer, come è arrivato nel rubinetto
Tra i tanti batteri trovati nel rubinetto del lavandino della terapia intensiva neonatale, il Citrobacter è arrivato dall’esterno. L’ipotesi, secondo la relazione, è da riscontrare nel mancato o parziale rispetto delle misure d’igiene imposte al personale nei reparti ad alto rischio, come il lavaggio frequente delle mani, il cambio dei guanti, l’utilizzo di sovrascarpe e sovracamici, calzari e mascherina.
L’altra ipotesi è che si sia ricorsi all’acqua del rubinetto e non ad acqua sterile.
Al momento non risultano indagati, ma la Procura ha già ascoltato Francesca Frezza, la mamma di una delle vittime, la prima a denunciare l’accaduto. Gli inquirenti, ora, individueranno eventuali responsabilità.
Batterio killer, riaperta la terapia intensiva dopo due mesi: cosa è cambiato
Il punto nascite, la terapia intensiva neonatale e quella pedriatica di Verona hanno riaperto il 1° settembre, dopo essere state chiuse il 12 giugno scorso.
Negli ultimi mesi quindi si è deciso di operare una bonifica complessiva dei locali, compresi i filtri dell’aria, gli impianti di condizionamento e di sanificazione.
È stata anche effettuata l’iperclorazione della rete idrica: nell’impianto, cioè, è stato immesso del cloro, monitorando la carica batterica e quella del cloro nell’acqua. I locali sono invece stati sanificati con il perossido di idrogeno.
Batterio killer Verona, la protesta di una mamma
Francesca Frezza, la mamma che per prima ha denunciato il caso del batterio killer nell’ospedale della Donna e del Bambino a Verona, ha iniziato una protesta davanti alle porte del nosocomio. Come riporta, la donna ha detto: “Sono qui perché è arrivato l’esito dell’autorevole commissione d’indagine nominata dal governatore Luca Zaia. Un esito pesante, perché conferma tutto quello a cui ho sempre pensato in questo lungo anno”.