Chirurgo Papa Francesco indagato per falso: Sergio Alfieri risultava in sala operatoria mentre era ai convegni
Sergio Alfieri, il chirurgo che per ben due volte ha operato Papa Francesco al Gemelli di Roma, risulta indagato per falso dalla Procura della Capitale. Il medico, tra i più famosi al Policlinico per i suoi trascorsi col Santo Padre, è finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura dopo che è emerso che il suo nome e la sua firma comparivano su operazioni che realmente lui non aveva mai fatto, o addirittura assistito, perché si trovava da tutt’altra parte.
- Le accuse al chirurgo del Papa
- Alfieri: "Sono sereno"
- La scalata di Alfieri
- I malumori e le indagini
Le accuse al chirurgo del Papa
Stando a quanto ricostruito dalla magistratura, e riportato da La Stampa, pare che Alfieri fosse onnipresente in numerose operazioni, anche quando realmente si trovava in un’altra parte del Policlinico, o addirittura fuori. Risultati che sono emersi al termine di una lunga indagine partita innanzitutto dal malcontento dei pazienti in sala d’attesa e poi sviluppatasi con carte che hanno messo con le spalle al muro il chirurgo.
Infatti, secondo quanto è emerso, Alfieri era presente solo sulla carta del registro operatorio che firmava in calce, mentre al suo posto c’erano altri medici della sua équipe. Si trattava quasi sempre degli stessi medici, che si alternavano, che si occupavano di malati in maggioranza oncologici e che, per saltare la lista d’attesa, il più delle volte ricorrevano agli interventi a pagamento convinti di essere seguiti in prima persona dallo stesso Alfieri.
Alfieri: “Sono sereno”
“Sono molto sereno“. È l’unico commento del professor Sergio Alfieri, chirurgo del policlinico Agostino Gemelli, e nello staff medico di papa Francesco, sentito dall’ANSA dopo la pubblicazione della notizia di una indagine a suo carico oggi su La Stampa.
Il professore non ha voluto dire di più e non è entrato nel merito dei contenuti dell’articolo di prima pagina.
Anche alla domanda se si senta sotto attacco, ha reagito con un secco no comment.
La scalata di Alfieri
La figura di Sergio Alfieri, infatti, è balzata in cima a quelle di spicco del Policlinico Agostino Gemelli dopo che per ben due volte ha operato all’addome Papa Francesco. Anche grazie alla vicinanza e alla fiducia “conquistata” dal Santo Padre, il chirurgo ha scalato velocemente i vertici della cerchia papale.
Dalle prime operazioni, infatti, il “chirurgo del Papa” si è insediato nel Cda della Fondazione Policlinico Gemelli, nella Consulta vaticana per la sanità e ha conquistato anche il ruolo di direttore scientifico dell’ospedale Gemelli-Isola Tiberina.
Una vita, quella del medico, fatta ora di incontri, appuntamenti, visite, interventi ma anche consigli di amministrazione, impegni universitari e tante riunioni. Il più delle volte in giacca e cravatta e più raramente in camice verde.
I malumori e le indagini
E ad accorgersene sono stati in primis i pazienti, che il più delle volte sono stati ricevuti dalla sua équipe o dalla sua segretaria anziché da lui in persona. Perché mentre i consulti andavano in scena, Alfieri era impegnato in altri ruoli, magari anche fuori dal Gemelli per convegni.
E dalle indagini del Nas, che ha analizzato le cartelle sequestrate ad Alfieri, il chirurgo semplicemente apponeva la firma senza presenziare. E quel che più colpisce nelle indagini è che nello stesso giorno figurava in sala per numerosi interventi e, contemporaneamente, ospite in convegni o incontri.
È possibile che nessuno abbia verificato la sua posizione? Questa la domanda di partenza degli investigatori che hanno deciso di iscrivere Alfieri nel registro degli indagati con l’accusa di falso. E intanto, da quando le indagini sono state avviate, il professor Alfieri sarebbe stato più prudente nell’apporre il proprio autografo nel registro operatorio privilegiando le sale solventi.